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[dal mio quaderno “Appunti]

Bellissima lettura di Han, 2020, La società senza dolore, pp. 14-15.

La società neoliberista ci forza ad esprimere il Sé – bisogni, desideri, vita. E nel Sé, e nell’Io, a trovare la causa dei mali. Non nella società. “Sei tu ad essere sbagliato, imperfetto, problematico, pigro…” E non la società che ti hanno costruito attorno, che richiede, che pretende, che to vuole performante. <<A salire sul palco non sono i rivoluzionari, bensì i trainer motivazionali>> (p. 15), i guru, ma ora nemmeno più quelli, bensì gente come te, ma meglio di te.

 

Sono intorno a me,
Ma non E ora parlano con me.
Sono come me,
Ma si sentono loro sono meglio.

 

Che rivoluzione può esserci così?
Finanzi le aziende che la reprimono con la libertà. Diventi loro vassallo, influenzando (influencer) gli altri con il loro morbo: la libertà stessa.
La libertà ha smesso di essere un’aspirazione: ora è una condanna. Chi di noi aspira più alla libertà? Che senso ha questa aspirazione se la libertà è ovunque? È ovunque, specialmente in forma di potenza: te ne accorgi quando gli altri, a un passo da te, ce l’hanno e tu no.

Sono come me,
Ma loro sono meglio.

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