– Io mi do tantissimo da fare per gli altri, ma nessuno ricambia – dice Iacopo.
– Cosa intendi? – gli chiedo.
Avevamo iniziato la seduta pochi minuti prima. Come faccio spesso, avevo cominciato chiedendo quale fosse “il motivo che ti porta qui”: una domanda neutra, che lascia l’iniziativa alla persona se cominciare descrivendomi un problema da risolvere o un obiettivo da raggiungere; una domanda che mi permette di cogliere un primo indizio sulla decisione se impostare il colloquio in uno stile più centrato sul problem-solving (Nardone e Watzlawick, 1990), o sul solution building (de Shazer, 1988).
– Mi sento apatico – aveva risposto. Domande orientate al problema, almeno per iniziare.
– Cosa intendi? – ripeto. Voglio cominciare a chiarire il suo problema in termini operativi (Cannistrà, 2018).
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