Recentemente sono stato intervistato dal noto podcast “The Systemic Way”, che in pochi anni ha raccolto molta attenzione dai terapeuti interessati alla prospettiva sistemica.
Insieme a me c’erano Jeff Young e Katy Stephenson e il tema era la Terapia a Seduta Singola (anche in vista dell’imminente IV Simposio Internazionale, che si terrà a Roma e online dal 10 al 12 novembre – per info clicca qui).
Sezer e Julie, i due conduttori, ci hanno preventivamente inviato una lista di domande, giusto per darci una linea guida: il podcast ha poi seguito ovviamente il flusso della conversazione.
Ma per la prima volta da molto tempo ho sentito la necessità di fare prima mente locale: le domande erano interessanti e a tratti sfidanti.
Così, la mattina stessa, due ore prima di iniziare, ho scritto delle brevi risposte, che mi aiutassero a organizzare mentalmente le informazioni. Come detto, l’intervista è stata poi molto più conversazionale e gli argomenti sono stati notevolmente ampliati rispetto alle 2-3 righe che ho scritto in risposta a ciascuna domanda. Tuttavia ho ritenuto potesse essere utile riportarle qui: delle succinte risposte a interessanti domande sulla TSS.
Buona lettura.
1) Come potresti descrivere cos’è la TSS?
Un mindset prima di tutto.
In secondo luogo, un modo per fornire assistenza sanitaria.
In terzo luogo, una forma di intervento sulla salute mentale incentrata sull’identificazione e l’utilizzo delle risorse della persona.
2) Qual è la caratteristica del mindset a Seduta Singola?
Ho sistematizzato 14 principi che sembrano essere condivisi da molti terapisti SS (trovi l’articolo qui).
In generale, si tratta di una serie di credenze e comportamenti che guidano il terapeuta a creare un’interazione con il proprio cliente che consenta di massimizzare la possibilità che un singolo incontro possa essere utile.
3) Quali prove empiriche supportano l’efficacia della Terapia a Seduta Singola nel produrre cambiamenti significativi e duraturi nei clienti?
Esistono diversi studi e un numero crescente di studi randomizzati che dimostrano che la TSS è efficace con molti problemi e popolazioni.
Ho partecipato alla prima revisione sistematica sulla TSS con disturbi d’ansia nei giovani e negli adulti (qui) e vedo che stanno uscendo le prime meta-analisi.
Dieci anni fa una revisione sistematica mostrò risultati buoni ma non ancora così solidi, affermando che la TSS stava uscendo dalla sua infanzia. Penso che ora sia entrata nell’età adulta. Ecco perché abbiamo dedicato un’intera giornata del nostro Simposio ai risultati della TSS, in particolare, alle sue implementazioni.
4) Come si confrontano i tassi di successo della TSS con gli approcci terapeutici tradizionali a lungo termine?
Fondamentalmente è l’effect size è lo stesso. Molte ricerche, come quelle di Bloom o di Campell, mostrano che non ci sono differenze tra le terapie fatte in una sessione o quelle a lungo termine. Penso che si possa dire che dipenda dalla persona, non dalla terapia.
5) Ci sono alcuni tipi di problemi o condizioni per i quali la Terapia a Seduta Singola tende ad essere più efficace?
Una recente meta-analisi di Jessica Schleider, che sarà ospite del nostro Simposio, mostra le maggiori dimensioni dell’effetto per l’ansia e i problemi di condotta nei giovani, e le più deboli per l’abuso di sostanze. Penso che abbiamo bisogno di più ricerche. Ad esempio, da un recente capitolo del manuale di psicoterapia dell’American Psychology Association emerge che bisogna capire che queste ricerche parlano di medie: quindi ci sono persone che abusano di sostanze che potrebbero avere buoni risultati e bisognerebbe capirne il motivo.
6) Quali fattori determinano se un cliente è adatto alla Terapia a Seduta Singola rispetto alla terapia tradizionale a lungo termine?
Questa è una domanda affascinante e, per quanto ne so, c’è ancora bisogno di una migliore comprensione di essa. Dalla mia esperienza clinica posso dire che la disponibilità al cambiamento e la capacità di cambiare o ampliare facilmente il proprio punto di vista è determinante.
7) In che modo la TSS sfida le idee tradizionali della psicoterapia (per terapeuta e clienti), ad es. discorsi sul numero di sessioni ecc.?
Pensando alla psicoterapia nei termini di un’affermazione che credo sia stata detta da Michael Hoyt e Moshe Talmon (che insieme a Bob Rosenbaum sono gli ideatori della TSS, e che saranno tutti ospiti del Simposio): “Di più non è necessariamente meglio: meglio è meglio”.
8) In che modo la TSS si occupa delle preoccupazioni attuali relative alla salute mentale, ad esempio le liste d’attesa?
Il nostro Italian Center for Single Session Therapy (il primo centro italiano dedicato alla ricerca, la la formazione e la divulgazione della Terapia a Seduta Singola) è stato contattato da molti centri sanitari pubblici, perché la TSS aiuta a ridurre un problema concreto di liste d’attesa. Penso che questo problema, soprattutto dopo la pandemia, sia generalizzato a tutto il mondo occidentale.
9) In che modo la TSS si occupa della diversità culturale e incorpora i valori culturali delle popolazioni?
Essendo un approccio fortemente centrato sulla persona può facilmente rispondere ai valori e alle differenze culturali di ogni cliente. Il lavoro è fortemente non-normativo: non si parte da teorie o idee precostituite a cui far aderire la persona, ma si cerca di capire come i suoi valori, le sue idee, le sue credenze e il modo in cui questi si esprimono in comportamenti possano essere messi al servizio del cambiamento. Questo rende il cambiamento stesso molto più rapido ed efficace.
10) Qual è la preparazione per la seduta?
Avvicinarsi ad essa come se fosse l’ultima – quindi sfruttare al massimo quell’incontro – anziché partire con l’idea che sarà necessariamente una terapia di più sedute. E naturalmente tutta una serie di altri principi esplicitati nel mindset a Seduta Singola (qui).
11) Come si possono adattare i principi e le tecniche della terapia familiare sistemica per inserirli nel quadro di una singola seduta?
Penso che la TSS aiuti a dare una struttura che permetta di massimizzare una sessione. I principi e le tecniche non vengono toccati. Naturalmente questa o quella epistemologia può rendere questo processo più semplice, ma nelle pubblicazioni degli ultimi trent’anni abbiamo visto il fiorire di metodi di TSS afferenti a diversi approcci e filosofie terapeutiche, tra cui quelle di terapia familiare.
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