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Quando vedi una coppia dovresti vedere i partner insieme oppure no? Partiamo da un punto: non c’è una regola univoca. Molto dipende dall’approccio teorico di riferimento e molto anche dalle preferenze dello psicoterapeuta. Quello che farò, quindi, è dirti come ragiono io, sebbene in un video così corto rischierò di perdermi molti pezzi. Innanzitutto di cosa stiamo parlando, di una terapia DELLA coppia o di una terapia IN coppia? La prima fa riferimento a una terapia congiunta dei due partner, la seconda di una terapia individuale fatta però vedendo in terapia anche il partner. Generalmente è più facile che nel secondo caso io veda uno solo dei membri, quello che ha richiesto la terapia per sé, e in certe sedute chieda la presenza del partner. Se invece parliamo di terapia DELLA coppia, dove cioè il problema riguarda più specificatamente la diade, le cose sono diverse. Mi capita di vedere separatamente i membri, ma più generalmente li vedo insieme. Questo per varie ragioni. Da un punto di vista strettamente tecnico, una delle prassi che preferisco è la Tecnica di Rapoport, di cui trovi il link in descrizione: questa tecnica è geniale e utilissima, e richiede la presenza di entrambi i membri, quindi è il primo motivo quello tecnico per cui spesso vedo i partner insieme. Da un punto di vista dell’alleanza, invece, separare i due membri può essere problematico: non tutti accettano di buon grado di vederti separatamente dall’altro partner, di sottostare al fatto che tu veda l’altro partner da solo, spesso è anche per una semplice questione di fiducia: manterrai segrete le cose che ci diciamo? Ripeto non è che non si può fare, lo puoi fare, ma rende un pò più complicata la terapia.  Da un punto di vista personale, poi, si possono creare situazioni che rendono la tua gestione della terapia… complicata. Immagina che nell’incontro individuale uno dei due partner ti dica di aver tradito l’altro membro, il quale è all’oscuro di tutto: cosa fai? Se per qualche terapeuta potrebbe non essere semplice tenere a mente di chiamare il partner tradito col suo nome e non col nome dell’amante, in generale questo comporterebbe che in quella stanza ci sono tre persone e un segreto di cui solo uno non è a conoscenza. E se chi ha tradito ti dice che vuole continuare entrambe le relazioni? Saprai gestire la compassione che ti potrebbe generare lo strenuo tentativo dell’altro partner di mostrare il suo immenso affetto per continuare la relazione con l’amato? Attenzione, si fa eh, non è che non si fa, ci sono fiumi di libri e di capitoli che ti spiegano come fare…. ma non è semplice. Personalmente il più delle volte preferisco tenere le cose distinte, anche perchè funziona: o faccio terapia di coppia, o terapia individuale. In realtà, per ragioni analoghe, mentre vedo una persona non prendo in carico altri familiari della stessa. E’ giusto? E’ sbagliato? E’ un metodo, e va bene come altri. Ci sono situazioni in cui separo la coppia perché ritengo che sia meglio così, ad esempio quando penso di dovermi concentrare su uno dei due per almeno certe questioni. Non è sempre possibile né è sempre il caso e, ripeto, in linea di massima preferisco vedere le coppie insieme, nel caso individuale, per un lavoro individuale invio la persona a un altro collega.  Tu che ne pensi? Cosa faresti? O cosa fai, in effetti, in terapia di coppia? Li vedi insieme oppure… li scoppi?

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