“L’aumento medio delle temperature si associa a un tasso maggiore di bambini nati morti, prematuri o sottopeso, a disturbi dell’attenzione e al decadimento delle performance cognitivo. Il caldo interferisce con l’efficacia dei farmaci, rendendoli addirittura nocivi per l’organismo, compromette la termoregolazione notturna del corpo e peggiora così la qualità del sonno, con ricadute deleterie nell’insorgenza di malattie croniche e neurodegenerative. In generale, poi, l’eccesso di calore influenza negativamente l’equilibrio mentale e accentua la tendenza a depressione, ansia, disturbi bipolari e pulsioni suicidarie, oltre a correlarsi a un aumento del comportamento aggressivo e degli episodi di criminalità violenta.” Questo è quanto riporta Il Tascabile, nell’articolo “Quando il caldo è troppo caldo per gli esseri umani?” Ma non è una voce isolata. Basti pensare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente pubblicato un articolo e una serie di interventi, dal titolo inequivocabile: le azioni per (il cambiamento) climatico devono includere la sanità mentale. Lo scorso febbraio, infatti, il Panel Intergovernamentale sul Cambiamento Climatico ha rivelato che i rapidi cambiamenti del clima minacceranno sempre di più l’equilibrio mentale, la salute mentale e il benessere in generale. Come? Ovviamente i due vassalli del disagio psicologico sono sempre loro: aumento dell’ansia e aumento della depressione. Avremo, quindi, un aumento di tutte quelle condizioni legate a queste due categorie di problemi. Ma non solo. Aumenterà in generale un non meglio precisato “distress emotivo”, che però è facilmente immaginabile: a fronte di un aumento del caldo, e dei problemi ad essi collegati, ci troveremo a vivere sempre più condizioni di stress personali e indotte dall’ambiente che viviamo; un conto è se sei stressato, un conto con cui devi fare i conti è se sono stressati gli altri. Permettetemi di chiosare che il cambiamento climatico va fermato anche semplicemente perché ti renderà la vita sempre più scomoda, difficile e sofferta. Il panel continua aggiungendo che sentimenti di tristezza e sofferenza e comportamenti suicidari saranno in aumento. Vi sembra eccessivo? In realtà gli studi di psicologia sociale che hanno correlano da un alto l’aumento delle temperature e dall’altro un aumento di gesti suicidari e di auto- ed etero-aggressività sono vecchi come il cucco. Insomma niente di nuovo sul fronte occidentale ma come psicologa ti dovrai preparare. Ad esempio, possiamo fare una riflessione sugli effetti diretti e indiretti del cambiamento climatico. Da un lato ci sono gli effetti di cui ho già parlato: il distress emotivo, la mancanza di sonno, i comportamenti suicidari non per forza nostri ma di chi abbiamo accanto, e tutte quelle altre cose direttamente causate per colpa della nostra scarsa attenzione alle necessità dell’ambiente. Dall’altro ci saranno gli effetti indiretti, e temo saranno molti di più. Cosa succederà alle persone, che poi diventeranno nostri clienti, per questo ce lo chiediamo da psicologi,oltre che a noi se aumenteranno i bambini nati morti? Cosa succederà a loro o a noi se molti farmaci funzioneranno male o daranno degli effetti collaterali? L’immigrazione di massa che certamente avverrà per via del fatto che alcune zone del nostro Pianeta sono sempre più invivibili,che cosa comporterà a livello sociale? Non penso solo a problemi di convivenza, ma anche a una riduzione dei posti di lavoro, per esempio, per il semplice fatto che ci saranno molte più persone concentrate in parti ridotte del territorio, a un aumento della criminalità e a una diminuzione di alcune risorse. date queste e altre situazioni, quali saranno le sfide che noi, come psicologi, saremo chiamati ad affrontare? Cosa ci porteranno in studio i nostri pazienti, quali temi vorranno affrontare? E di quali strumenti e servizi avranno bisogno da parte nostra? Penso che sarà importante fare una riflessione su cosa ci aspetta nei prossimi anni. “Anni”, non “decenni”. Il cambiamento climatico non è una cosa che deve arrivare. E’ una cosa che, d’improvviso, ci renderemo conto che è troppo tardi da cambiare.
Flavio Cannistrà
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