“Psicologia strategica” è una definizione concettualmente errata. Il termine, non gode di alcuna legittimazione, e origina da quello di “terapia strategica” (e, per estensione, “psicoterapia strategica”) proposto da Jay Haley nel 1973 nel suo testo famossisimo. L’autore ne diede questa definizione: la terapia strategica “non è un particolare approccio o teoria, ma un nome per quei tipi di terapia in cui il terapeuta si assume la responsabilità di influenzare direttamente le persone” (p. 3) della traduzione italiana. Con l’aggettivo “strategica” Haley designò specificatamente e unicamente un certo tipo di (psico)terapia. Ora, che succede? Succede che facendo un’accurata ricerca online si vede come da alcuni anni in Italia il termine “psicologia strategica” è stato utilizzato come un sinonimo di “psicoterapia strategica”. Passare da “psicoterapia” a “psicologia” sembra perciò una sorta di sineddoche, che però pone almeno 3 problemi. 1) “Psicologia” e “psicoterapia” vengono utilizzati come sinonimi, quando di fatto non lo sono. Dire: “Pratico psicologia strategica” intendendo “Pratico psicoterapia strategica” è gravemente errato. Psicologia e psicoterapia sono due ambiti distinti: molti psicologi non sono psicoterapeuti e, al di fuori del sistema legislativo italiano, molti psicoterapeuti non sono affatto psicologi. D’altronde se ci pensate possiamo dire “Sto facendo una psicoterapia con un paziente x” ma non diremo mai “sto facendo una psicologia con un paziente x”. 2) L’improprio termine “psicologia strategica” viene utilizzato per rifarsi a una tradizione psicoterapeutica (e non psicologica) che trova le sue radici nei lavori di Milton Erickson, Jay Haley, Paul Watzlawick e della Scuola di Palo Alto: da notare che nessuno di questi autori ha mai utilizzato il termine “psicologia strategica”. Questa confusione è stata fatta quasi esclusivamente in Italia, da psicologi e liberi professionisti prima, e successivamente da alcuni enti. Badate bene io davvero non voglio rompere le p**** a nessuno, ho solamente un amore profondo per l’uso corretto dei termini. 3) Il termine “psicologia strategica” in effetti esiste ed è utilizzato, ma in tutt’altro ambito! Una veloce ricerca su Google Scholar mostra che, quando viene utilizzato, il termine “strategic psychology” viene impiegato soprattutto nell’ambito delle scienze politiche, per l’analisi delle strategie di intervento socio-politico-militare di nazioni ed enti governativi. Le rarissime volte in cui compare in lavori di psicologia non viene mai ricollegato a studi, libri, testi, cugini, conoscenti, vicini di casa di Erickson, Haley, Watzlawick e compagnia bella. Insomma, perdonatemi, io sono ossessionato dalle parole: anziché usare impropriamente il termine “psicologia strategica”, quando ci si riferisce agli ambiti a cui poi lo si lega impropriamente, si potrebbe utilizzare invece qualcosa di più adatto come Psicologia del cambiamento, Psicologia del problem solving, persino Psicologia sistemica e interazionale è più appropriato. Basti pensare che persino il Prof. Nardone, che sicuramente oggi è in cima a qualunque ricerca che comprenda il suffisso psi- e l’aggettivo strategica, ha scelto di chiamare il suo Master “Psicologia del cambiamento”. Insomma le parole sono proiettili, diceva Wittgestein. Evitiamo di sparare a casaccio.
Flavio Cannnistrà
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