RICEVI I MIEI AGGIORNAMENTI PER EMAIL, ISCRIVITI​




 

Cosa mantiene in vita la paura di farsela addosso? Nello scorso video abbiamo visto una serie di tentate soluzioni disfunzionali: evitare situazioni e cibi ritenuti pericolosi;  fare una mappa dei bagni dei dintorni; prendere degli antidiarroici… Ovviamente ci possono essere altri comportamenti che mantengono in vita il problema: parlarne – anche se in realtà per molti è talmente imbarazzante da non farne parola con nessuno, eccetto forse il partner -, controllare sul web, prendere psicofarmaci ecc. Sapere questo già ti permette di capire quale sia un primo intervento fondamentale: bloccare tutti questi comportamenti. Già facendo questo aiuterai il tuo cliente a stare meglio, perchè lo stai aiutando a riprendere un senso di controllo e di autonomia. Purtroppo c’è un problema:  è abbastanza facile accettare di smettere di parlare o di controllare sul web, e molte persone potrebbero persino accettare di smettere da subito di fare una mappa dei bagni, ma non è altrettanto facile riuscire a smettere di evitare situazioni o  certi cibi. Dovrai prima ripristinare l’idea che possono farcela.  Una prima tecnica che puoi usare è quella del “check del bagno”:  infatti, molte persone mettono in atto un’altra tentata soluzione di cui non ho ancora parlato.  Prima di uscire vanno sempre e ripetutamente al bagno per cercare di svuotarsi. Questa è un’altra forma di controllo che mantiene in vita il problema, poiché… chi cerca trova. e in più avrai già capito che questa mantiene in vita il ho un problema. Devi allora paradossare il controllo. Devi portarli ad andare al bagno non perché ne hanno un’ipotetica necessità, ma perché è un compito: questo compito si può fare in tanti modi, ti dico uno dei più tipici.  ogni qualvolta devono uscire, dovranno andare al bagno 30 minuti prima e stare sul gabinetto per cinque minuti; poi ci tornano a 20 minuti dall’uscita, e stanno altri cinque minuti; poi ci tornano a 10 minuti prima dell’uscita, e stanno altri cinque. E infine escono. in pratica a partire da 30 minuti dall’uscita 5 minuti stanno al bagno, 5 no, 5 minuti ci ritornano, 5 minuti no, 5 minuti ci ritornano e poi aspettano 5 minuti e escono.  In questo modo cambiamo il significato della tentata soluzione: non vado più al bagno per “sicurezza”, ci vado perché è un compito; ma andandoci perché è un compito, mi accorgerò che ci vado anche se non è necessario;  e se non è necessario, riinizio a comprendere che ci sono situazioni in cui non c’è alcun rischio. in pià essendo un compito non ci vado con l’ansia del “oh mio dio che succederà”.  Col passare del tempo ridurrai i check: solo 20 minuti prima, solo 10 minuti prima, solo 5 e infine solo al bisogno. Accanto a questo, dovrai poi aiutare la persona ad esporsi a ciò che evitava: i cibi, le bevande, i viaggi in macchina…Dovrai aiutarla a smantellare passo passo tutte quelle mura fortificate che idealmente la proteggevano dal pericolo, ma che in realtà la escludevano dalla vita. Alcune persone ce la faranno velocemente, altre avranno bisogno di essere guidate passo passo, altre ancora si lanceranno facilmente in alcune situazioni, mentre altre dovranno affrontarle gradualmente. Una mia cliente, per esempio, era riuscita ad affrontare tutto ciò che era più o meno ordinario: parrucchiere, caffè, cene con le amiche, lavoro… Ma quando doveva fare delle riunioni con clienti nuovi… panico! A volte, in queste situazioni, potrà aiutarti anche la tecnica della peggiore fantasia:  la userai per far ridurre la paura di tutte quelle situazioni vissute ancora come problematiche.  Visto che l’ho già spiegata in altri video ti metto un link nei commenti.  La persona, alla fine, dovrà tornare a fidarsi di se stessa e della propria capacità di vivere senza evitamenti e senza farmaci.  Alcune potranno anche essere condotte a chiedere, senza imbarazzo la possibilità di utilizzare il bagno anche fuori da casa loro. non perché il problema sia ancora in essere, ma perché alla fine avranno scoperto di essere tornate ad avere un pieno controllo di se stesse.

Flavio Cannistrà

RICEVI I MIEI AGGIORNAMENTI PER EMAIL, ISCRIVITI​