Senza una buona relazione di lavoro, non otterrai un bel niente dal tuo assistito. Ma come la miglioro questa benedetta relazione? Abbiamo detto che puoi farlo tramite l’alleanza terapeutica, che si divide in 4 pilastri: A) accordo sugli obiettivi; B) accordo su metodi e significati emersi nella terapia; C) accordo sul ruolo del terapeuta; D) accomodamento alle generali preferenze del cliente. Vediamo delle idee per migliorarli uno ad uno. Rispetto all’accordo sugli obiettivi la cosa sembra facile: chi sta male viene da te per stare meglio. Però ciò non significa automaticamente che tu gli dirai: “Ok, per stare bene devi fare così e cosà” e che quello risponde: “Signor sì!” Quindi dovrai “contrattare”, per così dire, gli obiettivi con il cliente. Questo non è molto difficile, però è impegnativo: nella nostra Scuola di specializzazione facciamo vedere diverse domande e diversi metodi per imparare a farlo. La sostanza è riassumibile in due punti: 1) chiedi alla persona qual è il suo obiettivo, 2) assicurati di mantenere la rotta. Ho fatto talmente tanti video sull’argomento che non è il caso di tornarci ora: se su YouTube digiti il mio nome con accanto la parola “obiettivi” trovi un sacco di video. Rispetto all’accordo su metodi e significati emersi nella terapia la questione è ancora più delicata. Innanzitutto chiariamo che per “metodi” intendiamo tutte le cose che si fanno o si chiedono di fare per migliorare il benessere della persona: chiedergli di fare un esercizio, o di fare libere associazioni, o di rispondere alla Domanda del Miracolo… Bordin, di cui ho parlato nel video precedente, disse che per far si che il cliente faccia queste cose, per lui devono avere senso per il cliente. In altre parole, il cliente deve capire CHE E COME sono collegate al suo desiderio di stare meglio. Nonostante tu abbia la tecnica più figa del mondo, se il cliente o non ti segue ciecamente o non è convinto della sua utilità per la propria situazione, quella tecnica non servirà a niente. Quindi il suggerimento è di confezionare la tecnica o il metodo o il significato emerso per il tuo cliente, fare in modo che per lui abbia senso. Rispetto all’accordo sul ruolo del terapeuta, la cosa si fa più sottile. Questo riguarda tutti gli aspetti più strettamente relazionali e interazionali: dalla tua generale capacità di creare un legame, al far sentire la persona ascoltata, capita e rispettata, fino ad arrivare a utilizzare lo stile relazionale più adatto a lei. Ci sono persone con cui è necessario avere uno stile più distaccato e tecnico e persone con cui è necessario avere uno stile più amichevole ed empatico. E’ un tema complesso, peraltro fondamentale con molte problematiche, ad esempio quelle definite come “disturbi di personalità”. Magari ci torno in altri video. E l’ultimo punto corrisponde a un generale accordarsi alle preferenze della persona: culturali, ma anche di metodo e relazionali, di nuovo. Tu sei l’esperto del cambiamento, ma la persona è l’esperta della propria vita. Dovresti sempre fare un lavoro che si adatti alla persona, e non chiedere alla persona di adattarsi al tuo lavoro. Quindi, che lezioni puoi trarre da questi 4 pilastri? Una sicuramente è che devi ascoltare il tuo cliente: non puoi “fargli la terapia”, non puoi “dargli le medicine”, né “dirgli cosa è giusto per lui”. Tu hai la tecnica, ma è lui che la deve applicare. Quindi… CHIEDI FEEDBACK. Chiedi se l’obiettivo che gli proponi ha senso per lui, o chiedi se l’obiettivo che credi di aver capito è effettivamente quello che vuole raggiungere. Fagli capire perché gli chiedi di fare certe cose oppure, se non puoi spiegargliele subito, diglielo: ad esempio, io spesso dico ai clienti che gli spiegherò come funzionano i miei compiti dopo, perché se lo facessi prima loro si concentrerebbero troppo sugli effetti che dovrebbero produrre mentre io voglio che si concentrino sulla performance. Assicurati inoltre che la persona si senta ascoltata: ripetigli ciò che hanno detto proprio con le sue parole, chiedendogli se hai compreso bene; chiedile se una metafora o una ristrutturazione che hai utilizzato possa andare bene per lei, se la sente calzante; e in generale, ricordati di calzare su di lei ogni cosa che fai, evitando di farla sentire di trovarsi di fronte all’ennesimo professionista più interessato ad applicare il proprio metodo, anziché trovare la strada giusta per raggiungere il suo obiettivo.
Flavio Cannistrà
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