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Cosa devi fare dopo aver esplorato il futuro desiderato del cliente con la Miracle Question?

Beh, devi usare una Scala.  Chiedi alla persona: “Immagina una scala di 10 gradini, dove 10 è il giorno dopo il miracolo che mi hai appena descritto, e 0 è l’esatto opposto. Tu, ora, dove ti senti?” Questa Scala, che noi chiamiamo “Scala del presente”, ti servirà per far descrivere alla persona cosa funziona ora. Poniamo che risponda: “Mi sento a 3”. A quel punto devi chiederle: “Cosa ti fa dire di essere a 3, e non meno?” Vedi come il linguaggio crea le realtà? Con questa domanda la inviti a descrivere tutti i punti di forza, le risorse, le capacità, le speranze che le fanno dire di essere su quel gradino e non più in basso. Persino se dicesse: “Sono a 0” potresti risponderle: “Accidenti, e nonostante tu sia a 0, come fai a essere qui, a essere venuta per realizzare il tuo futuro desiderato che mi hai descritto?” Esattamente come nel precedente video, dovrai orientare la persona a descrivere ciò che funziona, però non è ciò che funziona nel futuro desiderato, ma ciò che funziona ora. Ad esempio, potrebbe dirti qualcosa come: “Non sono a 2 perché non sono ancora del tutto a pezzi”. Ricorda allora che devi orientarla a descrivere qualcosa di sempre più preciso e concreto.  Quindi potresti chiederle: “E cosa noti, o cosa fai, che non ti fa sentire del tutto a pezzi?” In più, ricorda anche che devi portarla a descrivere la presenza di qualcosa, anziché l’assenza di qualcosa. Quindi, se dovesse rispondere: “Beh, non me ne sto più l’intera giornata sdraiata sul letto a guardare il soffitto” puoi chiederle: “E cosa fai invece?” Una cosa importante, che vale anche per la Domanda del Miracolo, è avere sempre in mente le Migliori Aspettative, che la cliente ha riportato, di cui ho parlato nel secondo video di questa serie: se la persona ha detto che la sua migliore aspettativa è “Tornare a sentirmi più sicura nelle relazioni con gli altri” dovresti includere le relazioni con gli altri e il senso di insicurezza  nella descrizione; se invece ha espresso il desiderio di “Essere più capace di parlare in pubblico” dovrai farle descrivere situazioni in cui lo fa. La scala è uno strumento molto potente, perché consente alla persona di mettere sul tavolo le risorse di cui già dispone. E dopo averla descritta per 10-15 minuti cosa devi fare? Beh, passi a quella che definiamo la Scala del Futuro: “Immagina, nei prossimi giorni, di essere un gradino più in su. Cosa noterai e farai di diverso, che ti farà dire di essere salita di un gradino?” In modo simile a quanto fatto con la Miracle Question, chiederai alla persona di proiettarsi nel futuro, ma solo di un gradino più in alto. Anche qui valgono le regole di prima: chiedi molti dettagli, sostituisci l’assenza di qualcosa con la presenza di qualcosa, privilegia le descrizioni interazionali e fatti dare descrizioni operative, concrete. Ad esempio, la persona potrebbe dirti: “Mi sentirei un po’ meno depressa stando un gradino più in su”, che è la descrizione di un’assenza: chiedile allora: “Ed essendo meno depressa come saresti, invece?” Lei potrebbe rispondere: “Un po’ più su di tono”, che va bene ma è ancora legato a stati interni, quindi dovresti fare un’ altra domanda. dovrebbe essere una domanda che porti dallo stato interiore ad azioni concrete,  quindi potresti chiederle “Cosa noterai o farai, che sarà il segno che sei più su di tono?”  Una risposta potrebbe essere: “Comincerò a fare più cose in casa”, che va bene però è ancora poco dettagliata, ma generica. Allora potrai chiederle: “Quali cose farai?” E una risposta come “Mi alzerei dal letto e lo rifarei. Poi farei colazione e magari comincerei a cercare qualche lavoro su internet” sarebbe perfetta. Ovviamente da lì amplieremmo il discorso, chiedendo: “E cos’altro noterai, che ti farà di essere un gradino più in su?”

Nel nostro workshop e nel libro TBCS spieghiamo nel dettaglio, diciamo come fare e spieghiamo anche alcune particolarità come quando il cliente risponde non lo so.  Intanto, tra una settimana, arriveremo a una degna… conclusione.

Flavio Cannistrà

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