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Molti psicologi hanno fame di una sola cosa: tecniche, tecniche, tecniche. Ma che cos’è una “tecnica”? Vedila in ottica sistemica: una tecnica è qualcosa che produce un cambiamento in uno o più elementi di un sistema. E quindi?  E quindi, se cambi degli elementi, cambi il sistema. E quindi? E quindi, se consideri il problema come un sistema, cambiare dei suoi elementi porta a cambiare il problema, fino a farlo scomparire. Tuttavia, diversi studi mostrano anche che le tecniche sono molto sopravvalutate.  Asay e Lambert, nello storico studio del 1999, mostravano che influenzano solo il 15% della terapia: poi va un po’ rivisto questo studio, però insomma la loro portata va ridimensionata. Sono importanti, devono esserci, non possiamo fare a meno di quel 15% però insomma la loro portata va ridimensionata.

Wampold, d’altro canto, ha mostrato che molte psicoterapie funzionano anche se elimini quelle tecniche considerate essenziali: ad esempio, se all’EMDR togli il movimento delle dita, che deve provocare il movimento oculare, il quale secondo la teoria porta a fare delle riconnessioni… ebbene, funziona lo stesso. E Insoo Kim Berg e Steve de Shazer, in un caso che ho descritto nel video La ninfomane che soffriva d’insonnia, ci hanno insegnato una cosa particolare:  lo stesso problema psicologico può essere etichettato in modi diversi, e a seconda di come lo etichetti funziona una tecnica piuttosto che un’altra. // Questo significa che la tecnica non agisce su una precisa struttura, e che quindi il problema non ha una struttura in sé, sua, propria.  Quest’ultima idea è figlia di una prospettiva definita, appunto, strutturalista.  Quindi, se le tecniche hanno un impatto ridotto …se possiamo addirittura toglierle e la terapia funziona comunque …e se più che la tecnica funziona il modo in cui ridefiniamo, con il cliente, il problema… cos’è che dobbiamo fare? 

Scott Miller dice che gli approcci servono a darti una struttura, in questo caso positiva:  significa che ti danno un ordine con cui fare le cose, delle buone prassi e delle linee guida. Allora sicuramente l’idea è quella di usare le tecniche e gli approcci psicoterapeutici, ma prima ancora di fare un’altra cosa: studiare bene il problema che hai di fronte. E sai già cosa intendo dire se mi hai seguito in altri video: studiare le operazioni che lo compongono, e le definizioni, cioè i significati che la persona gli dà. In questo modo potrai agire sulle prime, modificando le azioni, i comportamenti che la persona mette in atto e che  lo mantengono in vita …e agire sulle seconde, le definizioni, per cambiare i significati sottostanti. D’altronde la psicoterapia di successo arriva sempre ad almeno questi due risultati: un cambiamento nei comportamenti e nei significati, seguendo una strada… oppure un’altra.

Flavio Cannistrà

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