Devi scegliere la scuola di psicoterapia: sicuro di star facendo la scelta giusta? Certo che chiedere a un direttore di una scuola di specializzazione in psicoterapia come scegliere la scuola di specializzazione in psicoterapia non sembra un’idea saggia. Eppure, eppure… eppure no, in realtà potrebbe esserlo. Perché avendo fatto una centinaio di colloqui e parlando con studenti e tirocinanti di psicoterapia ho toccato dubbi e dilemmi, e qualche idea che spero sia utile posso dartela. Quindi, se sei interessata a sapere come potresti scegliere una scuola di psicoterapia, cominciamo. Innanzitutto pensa a una cosa importante: stai per fare una scelta che non solo influenzerà i tuoi prossimi 4 anni, ma potenzialmente i prossimi quarant’anni di vita.
Questo è importante e viene sopra ogni altra cosa. Anzi, ti permette di decidere quasi ogni cosa. Pensaci. Riflettendo sul fatto che dovrai passare 4 anni in quella Scuola, e che quello sarà il modello che adotterai per un bel pò di tempo, forse per tutta la vita, magari non sarà l’unico, magari lo integrerai, ma sicuramente darò una direzione importante al modo con cui lavori con i clienti, ci sono alcune domande che dovresti porti:
Numero 1) i soldi. Sembra una cosa materiale, ma è molto concreta. Devi chiederti se sarai in grado di sostenere i costi della scuola per i prossimi quattro anni. non vuoi interrompere a metà, non vuoi sentirti costantemente con l’acqua alla gola, non vuoi doverci rinunciare dopo aver già sborsato magari qualche retta. Non c’è bisogno di fare un business plan, ma almeno fatti un’idea di massima. I costi non saranno soltanto la retta della scuola, ma anche eventuali treni o aerei che dovrai prendere, le notti da passare in hotel o in un b&b, i pasti fuori e ovviamente i libri di studio. A questo devi aggiungere eventuali “costi nascosti”: oltre alla retta la scuola chiede di fare una terapia personale?perchè la dovrai pagare. Oppure di partecipare a workshop, convegni o esperienze aggiuntive? Non critico chi lo fa, ma è importante che tu sappia con una discreta precisione quanto dovrai andare a pagare in tutto. Numero 2) il modello. Non scandalizzarti se lo metto al secondo posto: mi sembra ovvio che se il modello ti piace, ma non puoi sostenere i costi, devi rivedere i tuoi piani. Ma se puoi sostenerli, allora dovresti assicurarti che il modello della Scuola fa per te. All’Università per necessità non si studiano tutti i modelli esistenti, essendo svariate centinaia. Ma purtroppo non si approfondiscono nemmeno quelli principali. Mediamente si sa qualcosa di terapia psicodinamica, di quella cognitivo-comportamentale e magari di quella sistemica o di gruppo. Del resto, mediamente, si spargono le briciole. Quindi sei tu che devi informarti, perché ci sono diversi modelli ed è importante scegliere quello che senti più adatto a te. Non è solo una questione di scegliere “quello più efficace”: l’efficacia mediamente è la stessa, come sai se hai visto altri miei video; anche se alcuni possono essere più adatti per certi servizi; quindi, sia per questo, sia perchè devi trovarti con il modello, con l’epistemologia dietro, l’epistemologia, il modo in cui il mondo viene visto scientifico, devi vedere se calza su di te, devi vedere se fa per te, devi vedere se è adatto alle tue esigenze. Come fare? Beh, oggi hai internet, quindi è veramente facile… Oltre a leggere i libri degli autori principali di quel modello, puoi guardare video sui diversi modelli, leggi articoli, scarica ebook: ad esempio noi, nel canale Terapie Brevi su Facebook, pubblichiamo dei webinar dove parliamo del modello; inoltre su www.istitutoicnos.it pubblichiamo articoli settimanali e c’è un ebook di 40 pagine sulle Terapie Brevi. Non devi diventare un’esperta, ma semplicemente sentire che in qualche modo quel modello ti convince a livello teorico e lo senti in linea con la tua visione della psicoterapia: dopotutto alla fine sarai tu che dovrai praticarlo. Numero 3) vai all’open day. Nel momento in cui hai un’idea dei costi e di come funziona il modello, vai all’open day della Scuola. E’ importante per diversi motivi. Innanzitutto puoi avere una più ampia panoramica di come funziona la scuola: ti sei immerso del modello, ma devi ancora capire come viene insegnato. L’open day è il posto giusto per farlo. Peraltro potrai fare domande ai docenti presenti, così da colmare eventuali dubbi. Tra tutte, ti consiglio di chiedere come funziona la supervisione, che è obbligatoria per legge, e la parte pratica, che il MIUR stesso richiede essere presente. “Pratica” non vuol dire necessariamente “vedere pazienti a scuola”, ma avere una serie di lezioni che, oltre al sapere, ti insegnino il saper fare. Inoltre, ultima cosa ma non trascurabile, l’open day ti permette di respirare il clima della scuola: dovrai stare lì dentro per 4 anni, con una cadenza mensile o addirittura quindicinale. Quindi, credimi, vuoi starci bene. Qui usciamo dai fogli di calcolo e dagli studi del modello: si tratta di sentire cosa ti dicono le tue impressioni e le tue sensazioni, di sentire se quella è la Scuola, anzi, se quella è la gente che fa per te. Olè, come sempre spero di averti dato qualche idea: se avrai altre domande sarò felice di risponderti qui, su Instagram, su Facebook o su qualunque altro canale. E nel frattempo… buona scelta.
Flavio Cannistrà
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