RICEVI I MIEI AGGIORNAMENTI PER EMAIL, ISCRIVITI​




Una mia mentore disse che dovevo fare filosofia, che non avevo la stoffa dello psicoterapeuta.
E io sono diventato il rappresentante italiano della Terapia a Seduta Singola.

– Ma non si dice! Sta male!
È vero. Non dovresti autocelebrarti. È una roba hip hop filoamericana che tradisce la più posata usanza europea. Eppure sapete come sono andato a studiare la Terapia a Seduta Singola in California?
Grazie a Luigi Centenaro.

Luigi, forse non te l’ho mai detto.
Una volta parlavo con Matteo Fusco di Beople:
Io: Ma sai che Luigi è andato negli Stati Uniti a studiare Personal Branding da MAZINGA*?!
Matteo: È così che si fa.

*non ricordando colpevolmente chi fosse quel noto esperto statunitense di personal branding ho sostituito il suo nome con quello di un personaggio che per caratura personale, sociale e morale non è da meno [Nota: fui sconvolto, nel 2014, da un millennial dei ’90 totalmente all’oscuro del nome, delle imprese e della portata storico-culturale del Grande Mazinga. Confido che chiunque condivida tale lacuna si fermi dal proseguire la lettura di questo post e corra a chiedere consiglio a Jimmy Wales]

“È così che si fa.”
Semplice, vero?
Come quella volta che sentii Marco Montemagno dire: “Se non hai due minuti al giorno da dedicare al tuo allenamento fisico c’è qualcosa che non va nella tua vita” e pensai che c’era qualcosa che non andava nella mia vita e dal giorno dopo cominciai ad allenarmi cinque minuti al giorno e che oggi sono quindici e mi permettono di vantarmi con i miei gatti del fatto di poter fare una plank di centoventi secondi.

Matteo: È così che si fa.
È così che si fa.
“C***o” pensai. Era la cosa più semplice del mondo.

Non ricordo l’anno, Luigi. Direi il 2013, dopo la prima formazione che tenemmo insieme, a Siena. Ma fu un seme.

E così, quando mandai quella email, sul finire del 2014, a Michael Hoyt, e scoprii che di lì a un paio di mesi avrebbe tenuto una formazione in Terapia a Seduta Singola al Mental Research Institute di Palo Alto, e nel giro di poche settimane ottenni – incredulo – il mio primo passaporto e il visto e il biglietto per la California (“Amore, mi sa che mi tocca partire”, “Per dove?”, “Per l’America”, “Per l’America!? E quando??”, “Giovedì”) mi ritrovai a fare, nel mio immaginario, quello che aveva fatto Luigi Centenaro.

Einstein disse: “Chi dice che è impossibile non dovrebbe rompere il c***o a chi ce la sta facendo.”
Nell’ottobre del 2019 ero in un locale di Bergamo con Tania Da Ros.
Io: Non capisco quando la gente mi dice: ‘Che bravo che sei andato in America a formarti!’ Voglio dire: ho comprato un biglietto aereo e pagato un corso. Può farlo chiunque.
Tania: Sì. Ma tu l’hai fatto.

Strano vero? Luigi, Matteo, Montemagno, Tania… Nessuno mi ha venduto formule matematiche complicate. “Con il nostro corso potrai…”. Ma “potrai” cosa? Ma cos’ha il vostro corso di speciale? “Tu non puoi fare lo psicoterapeuta, devi fare il filosofo.” E da quando il tuo giudizio è stato messo a sostituzione del sistema metrico decimale?

Il punto è che la straordinarietà è fatta da donne e uomini ordinari.

Oggi celebriamo la traduzione inglese di “Terapia a seduta singola. Principi e pratiche”, il libro che ha (ri)portato la Terapia a Seduta Singola in Italia.
È straordinario?
No.
È figo, è bello, è l’augurio di continuare a buttare eco-benzina in questa macchina per farla arrivare un metro più in alto, per fare un chilo di bene in più, per rendere un fazzoletto di terra un po’ migliore di quanto non lo fosse prima.
Ma è ordinario.
O è fatto, comunque, nell’ordinarietà di una vita di uno a cui, come a tutti gli altri (a tutti, lo so, a tutti), gli era stato detto che non poteva farcela.
Però non l’hanno convinto.

RICEVI I MIEI AGGIORNAMENTI PER EMAIL, ISCRIVITI​
Tag: