L’altro giorno proponevo a Francesca Moccia, direttrice del nostro Master in Terapie Brevi per l’età evolutiva, di fare co-terapia per un caso: e niente, ha accettato, quindi faremo co-terapia per quel caso, punto. No, dicevo questa cosa perché non vedo l’ora di leggere i commenti a questo video: mi fa sorridere sempre quando leggo quei commenti di persone che danno la loro personale interpretazione del titolo del video… senza vedere il video! Detto ciò, ci sono dei motivi per non fare co-terapia, cioè terapia in due? Sì. Ovviamente non sto dicendo che la co-terapia è sbagliata: tanti miei colleghi la fanno e la trovano utile. Rileggendo però un intervento di Jay Haley sull’argomento ho pensato interessante condividere 5 motivi per cui conviene non fare co-terapia. Numero 1) il costo. Haley dice che il costo è raddoppiato, perché i terapeuti sono due. Magari non è sempre il doppio, però può essere più alto, è vero. Non penso che sia una ragione forte: una cosa può costare di più, se quel costo è giustificato. Tuttavia dovremmo chiederci esattamente questo: vale la pena erogare questo servizio? In altri termini: anche alla luce del suo maggior costo, l’efficacia della co-terapia è tale da giustificarne l’adozione? Numero 2) l’efficacia non è superiore alla terapia individuale. Su questo non c’è un accordo univoco: ad esempio lo studio di Hendrix e colleghi, che trovi nella descrizione del video, mostrano che terapie con uno o due terapeuti sono ugualmente efficaci. Non ho fatto un’analisi approfondita, ma diciamo che di base non dovremmo scegliere la co-terapia pensando che è sempre più efficace per il problema della persona. Numero 3) occhio ai conflitti tra terapeuti. Mi sembra quasi banale dirlo, eppure… non lo è. Se ci sono conflitti tra i terapeuti, questi si potranno riflettere all’interno della terapia. Haley dice addirittura che i conflitti di una famiglia durante la seduta possono rispecchiare quelli dei terapeuti. Numero 4) Occhio alla sintonia. Durante la mia formazione ho fatto più volta co-terapia, con diversi colleghi. In tutti i casi avevo un problema: non riuscivo a sintonizzarmi con loro. E’ sicuramente un mio problema, che riflette il mio stile individuale: con Francesca Moccia abbiamo deciso di fare co-terapia proprio partendo da una grande sintonia tecnica, epistemologica nonché relazionale che ci accomuna. Tuttavia dovresti sempre chiederti se la co-terapia fa per te. E infine per il numero 5 cito letteralmente Haley: la coterapia è più spesso fatta per il comfort del terapeuta, che per le reali necessità della famiglia. Insomma, punto di vista interessante, mi piacerebbe conoscere il tuo così che possiamo sviluppare questo discorso… insieme.
Flavio Cannistrà
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