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“No, ma secondo me non è così”.

I medici ci sfottono.
Loro sono (troppo) abituati ai dati. O alle opinioni basate sui dati.
Che dicono le analisi? Dati. Da interpretare, certo, ma se il termometro segna 40 è 40, non è un cavalluccio marino.

I medici non sanno che la psicoterapia ha dimostrato di essere più efficace di una serie di pratiche mediche.
E quindi ci sfottono.
Nonostante noi abbiamo i dati di questo.

Ma fanno bene!
Perché tu poi leggi questo:

1. La ricerca A riporta il risultato X.
2. Paperoga Psicologo esce fuori (tipicamente con un commento su Facebook) e dice: “No, ma secondo me non è così”.

Va bene eh.
No, seriamente: va bene.
Va bene discutere i risultati. Interpretarli.

Va un po’ meno bene negarli.

Una ricerca dice che una tal pratica elimina il tal sintomo, con tanto di contentezza mantenuta al follow up.
Paperoga Psicologo dice: “Il sintomo non va eliminato! Va accolto!”

Livello 1: “Va accolto”? Ma che shuriken vuol dire “va accolto”?!
– Venga, Signorina Tanatofobia, si accomodi. Le preparo un tè? Sono comodi i cuscini?
Serio. Perché o parli chiaro, o “di ciò di cui non si può parlare si deve tacere”, come diceva Ludwig.

Arriva Mario: – Dottore ho un attacco di panico, mi aiuti.
– Venga, Signor Mario, si accomodi. Le preparo un tè? Sono comodi i cuscini?
*Mario in espressione WTF*

“Va accolto”?!
Mario voleva stare bene. Punto.

Livello 2: non stiamo parlando di sushi. Non mi stai dicendo se, secondo te, sono meglio gli hosomaki o gli uramaki.
Una ricerca – una ricerca fatta da qualcuno che, con tutta probabilità, per essere stato pubblicato su una rivista peer reviewed, ha fatto più che scrivere un commento su Facebook, una ricerca con dati e valutazioni statistiche, indici di efficacia e scale di valutazione – ha detto X.
Capisci che non puoi, NON DEVI, dire semplicemente “non-X”?

– Ma c’è libertà di espressione!
NO! È qui l’errore!
Cioè, sì!, sì che c’è libertà di espressione, Dottor Paperoga, ovvio che c’è!
Ma se io ti dico “Ho messo il caffè nel latte” e tu mi rispondi “No, secondo me non è così” e io, Dio mi è testimone, quel caffè in quel latte ce l’ho proprio messo! Beh, sì, c’è libertà d’espressione ma, amico mio, sono quantomeno confuso!

Insomma, di che mi lamento? Sono uno psicologo, gli sgambetti dell’irragionevolezza so che fanno parte di noi. Forse ciò di cui mi lamento è l’amnesia imperdonabile verso il ruolo che si è scelto di assumere iscrivendosi all’Albo.

Mario voleva stare bene.
Fai star bene Mario.

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