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Cosa facciamo con i disturbi psicotici?
Dare una risposta è davvero complesso, che poi dico questa cosa in quasi tutti i miei video. Il punto è che è così in effetti, non voglio che il dei video di 5 minuti vengano presi come il diadema di Priscilla Corvonero che dava incredibile saggezza a chi lo indossava ma, c’è un ma.

Il ma è che qualche direttiva la possiamo dare e dalla terapia breve arrivano delle informazioni interessanti.

Non ci credi? Beh dovresti!

Perché le terapie brevi, specialmente quelle sistemico strategiche sono nate proprio affrontando problemi come le psicosi.

Pensaci: la scuola di Palo Alto è nota per i suoi studi sui pazienti, sulle famiglie con figli psicotici, con membri psicotici e da le sue ceneri, dai dai suoi studi è più corretto dire, sono nate la terapia strategica e la terapia breve centrata sulla soluzione.

Ma in definitiva con le psicosi cosa possiamo fare? Tante cose, ma il mio amore per la semplicità mi fa suggerire di iniziare dalle cose più semplici. Blocca ciò che non funziona. E che cos’è che non funziona in un paziente psicotico?

Un sacco di cose a dire le verità, ma ce ne sono una serie che possano essere messe all’interno di una grande categoria: le soluzioni della famiglia.

Per soluzioni intendo tutte quelle risposte e reazioni intraprese dalla famiglia nel tentativo di migliorare il problema.

E perché dovremmo bloccarle?

Perché se il problema è ancora in essere o perlomeno non è comunque migliorato probabilmente non stanno funzionando.

Ora però fai attenzione a una cosa, il concetto che ti ho detto affonda le sue radici teoriche nel costrutto di tentate soluzioni disfunzionali.

Ho fatto diversi il video al riguardo quindi non mi dilungo ma una cosa devo dire.

Le tentate soluzioni disfunzionali sono concepite e viste come una risposta sistemica che mantiene l’omeostasi disfunzionale. Ergo?

Ergo sono differenze che non fanno la differenza, per parafrasare Bateson.

Tentativi di risposta che però mantengono invece in vita il problema.

Quindi, in pratica, che devi fare?

In pratica quando ti trovi di fronte a un paziente psicotico valuta l’evenienza di fare un tipo di intervento sistemico con tutta la famiglia, che puoi declinare in tanti modi vedere paziente con la famiglia, vedere il paziente e la famiglia, vederli sempre insieme oppure no.

Ci sono diverse possibilità, dipende ovviamente di caso in caso e lo affido alle tue valutazioni, ma è il primo passo.

Il secondo è quello di valutare cosa fa la famiglia. Per farla molto semplice: quali sono le diverse interazioni che i vari membri della famiglia hanno con il paziente disegnato e viceversa?

Anche qui devi valutare di caso in caso cosa funziona e cosa invece no.

Però alcune linee guida le possiamo tracciare anche qui.

Più che linee guida sono degli esempi è un esempio, per esempio si sa quando la famiglia cerca di fornire delle spiegazioni razionali di fronte ai deliri.

Pur non essendo una regola generalmente questo tipo di atteggiamento ha delle funzioni limitate, anzi a volte addirittura peggiora il problema e può portare a delle crisi acute. In casi come questo possiamo fare diverse cose.

Chiedere per esempio di tacere di fronte al delirio, di ascoltarlo in silenzio, dire qualcosa invece come “quando fai così non ti capisco”, o “ma perché ti comporti in questo modo?” o persino cambiare stanza e uscire di casa.

Hai capito che per esempio una delle cose che viene fatto facendo così a togliere il vantaggio secondario del delirio, ovviamente devi valutare di caso in caso.

Le strategie non le mettiamo in atto perché sono carine o fighe da utilizzare ma perché sono adeguate al sistema.

invece un altro caso, come ci ricordava per esempio Haley ed Erickson, è quello in cui la famiglia si appiattisce, diventa morbida e gelatinosa di fronte ai comportamenti del membro psicotico, invece può rivelarsi a volte utile essere fermi che decisi come genitori e membri della famiglia.

A volte addirittura a mettere dei paletti netti e duri, nulla di pericoloso ovviamente, per esempio se il paziente degli scatti per il quale diventa violento verso gli oggetti di casa e lo si può prendere schiaffare in camera sua e dire: “Se vuoi distruggere qualcosa, distruggi la tua camera.”

Può persino essere necessario che tu ti addossi le responsabilità, quindi che tu dica alla famiglia di fare determinate cose e dire: “L’ha detto il dottore, ha detto che se te la vuoi prendere con qualcuno, te la devi prendere con lui.”

Tieni presente però una cosa rispetto a quanto ti ho detto finora: se hai motivo di voler far seguire la linea dei paletti, la linea della nettezza, della durezza, senza ovviamente diventare qualcosa che non si può diventare, devi essere in grado di valutare che sia tu che la famiglia cambiate le spalle grosse.

In un caso in cui vidi due genitori entrambi vecchi, molto vecchi, e stanchi di fronte agli atteggiamenti di una figlia psicotica piuttosto adulta non mi sognai per nulla di dirgli di essere duri e inflessibili.

In altri casi ancora per le cose da bloccare ci sono degli atteggiamenti della famiglia, che sono invece proprio della famiglia non del paziente psicotico, aggressivi o violenti o estremamente rigidi.

Non necessariamente fisicamente violenti, anche.

Ma anche più in generale possono essere emotivamente o verbalmente violenti o aggressivi.

Devo dire che anche questi vanno bloccati e spesso va fatto un lavoro di minuziosa psicoeducazione e contenimento.

Olè, qualche idea di base, però spero utile.

Sulle psicosi è bene andare cauti, quindi preferisco fare dei video dove do degli assaggini e snocciolo un assaggino per volta.

Se ti interessa vedere altri video sull’argomento fammelo sapere nei commenti.

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pensa cosa potresti bloccare.

 

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