Una donna che viveva a Milwaukee era profondamente depressa da oltre nove mesi. Faceva una sola cosa: andava in chiesa; ma non parlava con nessuno, non vedeva nessun,o non faceva nient’altro. Sotto richiesta del nipote di lei Milton Erickson andò un giorno a trovarla quando passava di lì, e trovò una cosa sconsolante: la casa di lei era una sconsolante isolata abitazione, ma con un’eccezione. In una stanza c’erano tre violette africane di colore diverso ed Erickson sapeva una cosa.
Sapeva che quel tipo di fiori necessitano di una cura straordinaria per essere mantenuti in vita.
Così disse alla donna che le avrebbe dato una prescrizione medica. Sarebbe dovuta andare fuori e comprare tutti i tipi di violetta africana che avesse trovato, avrebbe dovuto tagliare delle talee da quelle piante per farne delle nuove piante adulte, poi avrebbe dovuto fare una cosa speciale: per ogni occorrenza specifica come fidanzamenti, battesimi, malattie o trapassi che fossero avvenuti all’interno della sua comunità religiosa avrebbe dovuto inviare delle violette africane.
La donna segui le sue istruzioni, in poco tempo la sua casa si riempì di oltre 200 violette africane che iniziò a inviare per le diverse occorrenze. Questo le permise di farsi molti amici e soprattutto di uscire dalla depressione. Quando morì, gli amici e le persone che l’avevano conosciuta fecero incidere sulla sua lapide “La regina delle violette africane di Milwaukee”.
Il bellissimo ed elegante caso di Milton Erickson è un esempio magistrale di terapia breve per la depressione. Erickson fa due cose in particolare, innanzitutto utilizza ciò che funziona nella donna. La donna andava in chiesa e aveva tre violette di cui si prendeva estrema cura. come posso combinare le due cose? Erickson pensa di incrementare la seconda cosa è combinarla con la prima. In questo modo produce quello che Watzlawick avrebbe definito come un evento casuale pianificato. Con la scusa di inviare delle villette africane a delle persone, la donna avrebbe casualmente creato, intessuto delle nuove relazioni.
E non solo!
Perché in effetti avrebbe anche fatto qualcosa. Come dicevo nei video precedenti dell’ultimo mese sulla depressione, la rinuncia a fare è proprio una delle tipiche tentate soluzioni ridondanti e disfunzionali della persona depressa che la mantiene nella depressione.
Michael Yapko che terrà per noi il workshop a ottobre sulla terapia breve per la depressione per il quale sono rimasti ancora dei posti, dà delle indicazioni simili: far fare delle piccole cose iniziali alla persona, sintonizzandosi sulla sua vita, sulle sue preferenze, in modo che sia più facile per lei poterle fare e vincere quelle iniziali resistenze tipicamente presenti in questo tipo di persone.
Non ho molto altro da dire su questo caso se non che anche è un esempio magistrale di seduta singola, dove con un’unica calzante prescrizione si aiuta la persona a diventare…
…regina della propria vita.
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