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Lo so, l’intervento si chiama semplicemente ristrutturazione, ma se avessi chiamato questo video “La ristrutturazione” penso che avrei dovuto gestire i commenti inviperiti di qualche architetto. Ho aspettato anni a fare un video sulla ristrutturazione perché è un argomento complesso, però niente, mi sono deciso, quindi andiamo dritti al sodo e vediamo che cosa riesco a combinare. Uno dei tuoi scopi in quanto psicologo è la risignificazione, cioè portare la persona ad assumere dei nuovi significati. Potremmo dire in realtà che come psicologi abbiamo proprio due macro obiettivi: cambiare i
comportamenti e cambiare i significati.
Se poi dobbiamo farlo in modo diretto o indiretto, avendo in mente noi la meta o lasciandolola scoprire al cliente è materia di altri video e altre argomentazioni. Sta di fatto che alla fine di un percorso di psicoterapia di successo, la persona avrà di sicuro un nuovo modo di vedere le cose: se stessa, gli altri, il mondo, parte di queste, oppure una visione completamente nuova rispetto a quando era entrata. In fondo se vogliamo invece il mega obiettivo della psicoterapia è il cambiamento e la ristrutturazione è un tipo di intervento che cerca proprio di fare questo: di promuovere un cambiamento.
Ma come? Attraverso la risignificazione cioè dando un nuovo significato, però qui si aprono mille parentesi. Innanzitutto chiariamo il contesto: con ristrutturazione si intendono infatti diversi tipi di interventi, appartenenti a diversi tipi di scuole di psicoterapia o di pensiero. Quello a cui mi riferisco io è spiegato da Watzlawick, Weakland e Fisch nel libro “Change”, loro sono i padri del Brief Therapy Center, della terapia breve modello MRI che oggi è conosciuta come terapia strategica. “Ristrutturare significa dunque dare una nuova struttura alla visione del mondo concettuale e/o emozionale del soggetto, e porlo in condizione di considerare i fatti che esperisce da un punto di vista tale da permettergli di affrontare meglio la situazione anziché eluderla, perché il modo nuovo di guardare la realtà ne ha mutato completamente il senso”.
Bellissimo libro, Astrolabio non mi paga per parlarne, però questo è un libro che ogni terapeuta breve Deve leggere.
Ma come si fa a ristrutturare?
Ci viene in aiuto il termine originale inglese “reframing” dove frame significa “cornice”, anche “struttura” se vogliamo, ma più nel senso di intelaiatura, cioè la struttura esterna che sorregge ciò che contiene.
Quindi anziché ristrutturazione avremmo potuto chiamarla reincorniciamento, e questo ci aiuta un pochino a capire che cosa poteva intendere Paul Watzlawick.
Quando fai una ristrutturazione cambi la cornice del quadro di riferimento della persona, e, come forse ti sarà capitato di vedere in casa tua, quando cambi la cornice a un quadro cambi il quadro stesso.
Quindi sullo stesso fatto stai agendo in realtà a livello di significato ed è per questo che è un processo di risignificazione.
Lo stesso evento può essere ristrutturato, reincorniciato, risignificato in modi diversi. Ad esempio se vogliamo usare il linguaggio della teoria dei tipi possiamo dire che poniamo lo stesso oggetto in classi differenti.
Pensaci, una casa può essere grande, bella, o un luogo adatto per avere una famiglia con tanti figli.
La stai ponendo, la stessa casa, lo stesso oggetto, in tre classi differenti: nella classe delle dimensioni; nella classe del valore estetico; e nella classe delle case adatte per stare con una famiglia.
Seguendo gli esempi della clinica e della psicologia fatti da Gerald Weeks, una persona messa nella classe degli asociali può essere messa contemporaneamente, con gli stessi comportamenti, nella classe delle persone che selezionano molto attentamente le persone con cui stare; una persona che viene messa nella classe degli ipersensibili potrebbe essere, con gli stessi comportamenti e atteggiamenti, messa all’interno della classe delle persone che entrano facilmente in sintonia con gli altri; oppure una persona che messa nella classe dei lamentosi, beh, con gli stessi comportamenti e atteggiamenti, potrebbe essere messa nella classe di coloro che esprimono con facilità i propri sentimenti, in particolare il dolore.
Ecco che con la ristrutturazione porti la persona a vedere le stesse cose con nuovi occhi, e gli scopi possono essere molteplici.
Infatti dare per esempio nuovi significati alla realtà significa interagire in nuovi modi con essa.
Dire all’agorafobico per esempio che il suo chiedere aiuto agli altri è anche un modo, può essere anche un modo, per comunicare a se stesso che è dipendente dal supporto degli altri può essere un’ottima ristrutturazione per aiutarlo a cessare la richiesta di aiuto.
Anche molti compiti e prescrizioni hanno degli effetti ristrutturanti, tanto che Giorgio Nardone ne “L’ arte del cambiamento” disse che le ristrutturazioni possono avvenire anche proprio tramite le prescrizioni di comportamento.
Obbligare un depresso a non alzarsi dal letto prima delle 13 può portarlo a pensare che sta veramente sprecando le sue giornate.
Ovviamente può cambiare il significato, ma con esso anche la reazione emotiva: quando Erickson disse a una donna irritata dalle défaillance delle prestazioni sessuali del marito che probabilmente costui era soggiogato dalla sua inarrivabile bellezza, fece sì e che la donna anziché l’irritazione comincio a sentire dei moti di tenerezza e ad assumere degli atteggiamenti di amorevole cura.
La cosa difficile nella ristrutturazione però è sempre una: convincere la persona.
Ma il punto in realtà è che tu non devi convincere nessuno.
Anzi partiamo dal presupposto che se cercherai di convincerla stai facendo male il tuo lavoro e molto probabilmente otterrà un fallimento.
La ristrutturazione è piuttosto una presentazione di punti di vista alternativi che però si confacciano al mondo rappresentazionale della persona, per questo è difficile farla, perché devi osservare attentamente la persona, altrimenti stai solo proponendo una serie di punti di vista alternativi a caso sperando di azzeccarci.
Ci sono diversi scritti sull’argomento, diversi scritti che parlano di tecniche, di come fare la ristrutturazione e magari ne parlerò in altri video, però il succo rimane sempre questo.
Non devi dare interpretazioni della realtà più vere di quelle del cliente, devi semmai proporre dei punti di vista alternativi.
Nella mia pratica ad esempio quando ritengo utile utilizzare questa tecnica e vedo che la persona non coglie quella ristrutturazione, la lascio cadere.
Significa semplicemente che la persona non mette, non vede, quella cosa all’interno della classe che io le ho proposto.
A volte questo dipende anche dai modi in cui proponi la ristrutturazione: con un’argomentazione logica, con una metafora, con una storia….
Non è raro che possa essere anche una dichiarazione apparentemente banale lasciata lì per caso, che la persona può raccogliere e avere il tempo di metabolizzare.
In realtà forse penso che potremmo pensare a una sorta di ristrutturazione involontaria in quelle occasioni in cui la persona torna la seduta successiva dicendo “l’ altra volta dottore ha detto una cosa che mi ha aperto gli occhi” alludendo a qualcosa a cui noi invece magari non avevamo dato tanta importanza.
Insomma, argomento complesso come ho detto, le parentesi da aprire sarebbero mille ancora, però spero di avervi dato qualche spunto.
Naturalmente quindi si può dire di più, e anzi vi invito di andare nei commenti e dire che cos’è la ristrutturazione dal vostro punto di vista.

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