Ma non è che ci volesse molto: secondo un recente studio i soldi funzionano meglio della psicoterapia. Ma com’è possibile?
Un campione di oltre 5.700 persone è stato diviso in quattro gruppi: a uno sono state fornite cinque sedute di psicoterapia; a uno sono state fornite, oltre alle sedute di psicoterapia, l’equivalente in mille dollari in denaro; a uno sono stati forniti soltanto i 1000 dollari in denaro; e all’ultimo non gli hanno dato niente.
Risultati: un anno dopo il gruppo che aveva ricevuto solamente i soldi stava meglio di chi aveva ricevuto solamente la psicoterapia, e non aveva niente di diverso da chi aveva ricevuto i soldi e la psicoterapia, a dire che la psicoterapia non aveva dato nessun vantaggio in più. Insomma, il discorso è interessante: limitiamo il lavoro degli psicologi alla diagnosi, facciamoci tutti quanti un’assicurazione sanitaria e, quando ci viene diagnosticata una psicopatologia, facciamoci dare dei soldi.
Ovviamente c’è da dare un po’ di contesto perché: 1, la ricerca è stata fatta in Kenya, un paese di certo non ricco, per capirci, il PIL pro capite del Kenya è di circa 987 dollari a persona mentre quello dell’Italia è di circa 34 mila dollari, non possiamo quindi generalizzare questo studio a tutto il mondo e nemmeno solamente al mondo occidentale.
Però ci sono una serie di altri studi che hanno dimostrato risultati analoghi dove i soldi sono effettivamente utili e di aiuto per persone con dei disagi anche di tipo psicologico, e tra poco spiegherò perché questo discorso ci interessa.
Il secondo motivo per cui dobbiamo dare un po’ di contesto e non generalizzare questi risultati è che sono stati pubblicati ma non su una rivista peer to peer. Una volta ho visto un video di un tizio che criticava Umberto Galimberti e sostanzialmente diceva “Che cosa ho io meno di lui? Il fatto che un pubblico su riviste peer to peer?”. Ecco, sì. Non dico che dovremmo solo leggere Science Nature o il New England Journal of Medicines, però dovremmo quantomeno cercare di pubblicare le nostre idee su riviste dove c’è un confronto tra pari, tra colleghi diciamo, quantomeno per vedere anche solo se commettiamo degli errori. Per esempio, possiamo già constatare che in questa ricerca il follow up fu fatto soltanto dopo un anno di distanza, e non prima, e quindi magari la psicoterapia potrebbe avere invece apportato dei benefici più a breve termine.
Tuttavia, visto che non voglio mai darvi un solo punto di vista o una sola verità, c’è anche da dire che il tipo di terapia utilizzato era il “Problem Management Plus”.
Per chi non lo conoscesse, il PMP è proprio un tipo di terapia organizzata e approvata dall’OMS che è pensata proprio per essere breve e per andare incontro alle esigenze di persone che vivono in ambienti con fonte di stress, come per esempio quelli socio-economici svantaggiati. Ed è un tipo di terapia che dura proprio 5 incontri.
Insomma, i soldi fanno la felicità? Pare di sì, ma in questo contesto.
“Ok, Flavio” dirà il collega “io non lavoro in Kenya, però effettivamente lavoro con clienti che si trovano in ambienti o in condizioni socio-economicamente svantaggiati. Mi stai forse dicendo che la migliore terapia per loro è che quando vengono in seduta da me sia io a dare i soldi a loro?” Potrebbe essere interessante, ma no, non è esattamente la conclusione a cui pensavo.
Posto che come psicologi non possiamo sostituirci agli aiuti socio-economici che devono arrivare da un punto di vista istituzionale, possiamo però, parlo ovviamente da psicologi privati, dare il nostro contributo ai clienti per andare proprio nel senso di quel tipo di miglioramenti. Se, in certi contesti ricordiamolo, il miglioramento economico aiuta di più della psicoterapia, allora la psicoterapia potrebbe aiutare di più il miglioramento economico.
Come l’avrebbe detta forse Kennedy: “non chiederti cosa i soldi possono fare per te ma chiediti cosa puoi fare tu per i soldi”.
No questo non funzionava proprio, però si ci siamo capiti.
Sto dicendo che in certe situazioni possiamo per un attimo, per alcune sedute, per un ciclo di incontri, lasciar perdere il concetto di psico e probabilmente anche quello di terapia. In realtà, però, poco cambia perché ci sono una serie di competenze che gli psicologi hanno appreso o che possono migliorare, perché afferiscono a delle competenze, delle conoscenze che già hanno, che possono aiutare la persona proprio in questa direzione: a migliorare, o capire come fare a migliorare, il proprio status socio economico. A volte non è necessario in realtà fare questo, migliorare lo status socio economico, ma a far fronte alle difficoltà dello status economico con l’obiettivo di un miglioramento a livello finanziario. In questo, neanche farlo apposta d’altronde il mio canale parla di questo, alcune Terapie Brevi possono essere d’aiuto:
la Terapia Strategica e la Terapia Solution Focus, per esempio, sono note per essere state applicate anche in campi diversi da quello clinico, proprio in campi relativi al business, alla libera professione, al coaching, al mondo aziendale.
Per chi pratica questo tipo di terapie immaginarsi di aiutare le persone a migliorare il proprio status socio-economico proprio grazie a le tecniche o le pratiche apprese nello studio di queste terapie non è effettivamente poi così strano. Insomma aiutare le persone a migliorare le proprie condizioni finanziarie e, ripeto, usciamo dall’ambito della psicoterapia però è interessante il collegamento con ciò che certe psicoterapie ci hanno insegnato e ci permettono di fare.
È uno spunto, spero comunque ti interessi, e al riguardo mi farebbe veramente piacere sentire i vostri commenti. D’altronde ritengo etico e sensato un impegno della categoria affinché andare da uno psicologo non diventi…
…uno spreco di soldi.
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