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Cosa può fare uno psicologo di fronte a ciò che sta succedendo con il coronavirus?

A chi dovrebbe rivolgersi lo psicologo per aumentare la sua utilità? Che tipo di servizi dovrebbe comunicare? E perché la Terapia Breve dovrebbe essere una freccia all’interno della sua faretra? Innanzitutto prendiamo un recente comunicato della Sezione Regionale Europea dell’OMS: “bambini, persone anziane, e  quelle con delle condizioni mediche importanti antecedenti alla pandemia, sono le persone più a rischio”. A queste, poi, si aggiungono le
persone più socialmente isolate.

Tutte loro, secondo l’OMS, sono più fortemente soggette a stati d’animo come preoccupazione, ansia, paura, ma, in generale, sono quelle che possono più facilmente sviluppare delle condizioni psicologiche disagevoli, o andare incontro anche a problematiche di tipo fisico. Se pensate agli anziani, per esempio, o ai disabili. Gli impatti psicologici, sempre secondo l’OMS, possono appunto includere le sensazioni come anche ansia, solitudine, paura,
reazioni di rabbia e di stress.

Questo già deve farti riflettere su alcuni punti: se vuoi essere di aiuto in questo periodo come psicologo, queste possono essere delle categorie a cui rivolgerti, e ansia, solitudine, stress, rabbia, sono delle problematiche su cui ti dovresti formare, su cui dovresti lavorare, su cui dovresti proporti, perché le persone le stanno vivendo con più disagio. A questi dati possiamo aggiungere una revisione delle condizioni psicologiche in persone che sono state in quarantena, oppure in operatori sanitari, che è stata fatta recentemente dal “New England Journal of Medicine”, e che dice una cosa interessante: “gli esiti emotivi negativi associati alla quarantena, e persistenti anche dopo la sua fine, sono stati in particolare i seguenti: stress, confusione, frustrazione, irritabilità, rabbia, noia, depressione, insonnia, paura e stigma.”

Quindi anche queste sono delle tematiche di cui puoi parlare per avvicinare le persone al tuo lavoro e renderti utile in questo momento. In particolare, poi, dei fattori di stress specifici
sono una maggior durata del lock down, il fatto che delle forniture sanitarie e assistenziali non riescono essere erogate, la difficoltà di somministrare delle cure medico farmacologiche, e anche il fatto che ci sono delle
conseguenti perdite finanziarie. Lo dice sempre, tutto questo, il  “New England Journal of Medicine”, e sono degli elementi che noi dovremmo tenere in considerazione, in particolare l’aspetto finanziario, perché sarà capitato anche
a voi, ne sono certo, di sentire gli amici dire “adesso con la pandemia ci saranno un  sacco di pazzi in giro e voi lavorerete tanto”.
Si, ma, a parte sul termine pazzi  che soprassediamo, il problema è che c’è anche una inaccessibilità  finanziaria che rende difficile avvicinarsi a delle figure sanitarie come lo psicologo. E qui puoi iniziare a immaginare perché le
Terapie Brevi siano un buon investimento, sia che tu voglia fare una scuola di specializzazione per poter fare psicoterapia, sia che tu voglia fare dei workshop specifici.

Infatti, come ad esempio recitava il “World Bank Group” a giugno, è molto probabile che molti  paesi nel 2020 precipiteranno, per via della pandemia, in una recessione.

Oh, io sono un ottimista di mestiere, cioè io credo sempre le cose possano andare bene, però bisogna leggere i dati, analizzarli, essere più oggettivi possibili per capire come continuare a lavorare e come continuare a essere utili alle persone con il nostro lavoro. Infatti molti “Journal” stanno spiegando in che modi la psicoterapia possa essere utile in questo momento sia per aiutare le persone con una pregressa psicopatologia, o una psicopatologia emergente da
questo periodo, sia per aiutare le persone a migliorare il loro benessere, quindi non necessariamente a risolvere una psicopatologia ma a migliorare il loro stato di benessere.
E, con una particolare attenzione alla Terapia a Seduta Singola,

il “Queen’s University Journal” dice che si tratta di un intervento molto utile in questo periodo. Ad esempio, spiega che può essere un intervento molto utile per affrontare sfide specifiche, magari elaborando un piano terapeutico
o un piano di vita ad hoc. E continua dicendo che la TSS può essere molto utile proprio per affrontare tutta una serie di problematiche derivanti dal lock down, magari connesse a umore, ansia, rabbia, stress. Continuando per chi fa Terapia a Seduta Singola, di cui peraltro c’è appena stato un  workshop e il prossimo sarà a gennaio, una cosa molto utile può essere quella di implementare dei servizi walk-in, magari ne parlerò meglio un altro video, ma la sostanza è quella di dare dei servizi senza appuntamento, quindi di permettere alla persona  semplicemente di accedere alla psicoterapia. Ad esempio gli studenti della  nostra scuola di specializzazione in Terapie Brevi Sistemiche Strategiche,
che riparte con il nuovo anno a fine gennaio, che cosa fa: ha messo su in piedi un servizio di walk-in online, di consulenza psicologica a Seduta Singola online, dove partecipano i nostri studenti come volontari, chi vuole naturalmente, nessuno li obbliga a partecipare, però chi vuole partecipa come volontario. Ogni martedì, la sera, danno un  piccolo spazio centralizzato, che peraltro poi ogni mese ci ritroviamo per  fare una supervisione dei casi appena visti. Continuando con il “Queen’s University Journal”, la TSS aiuta anche le strutture sanitarie a ridurre le liste d’attesa ed a  facilitare l’accessibilità ai servizi. Questo è interessante, in particolare per la TSS, ma in generale per le Terapie Brevi, infatti per te psicologo singolo, intendo libero professionista, o anche gruppo di lavoro, adottando la TSS o le Terapie Brevi puoi  non solo utilizzarle nella tua pratica, ma anche proporle a degli enti,  a dei servizi pubblici o privati, come una modalità di  intervento che li favorisce.

Scuole, cooperative, asl, servizi sociali, e in generale tutte quelle entità, quegli enti che hanno bisogno di erogare dei servizi a una fetta di pubblico piuttosto larga e che si trovano ad affrontare le difficoltà di questo, come ad esempio le liste d’attesa, o comunque delle difficoltà molto legate all’efficienza del servizio. Insomma, spero di averti dato qualche dato  e qualche informazione utile rispetto alle Terapie Brevi in questo periodo particolare.

Magari parliamone insieme, c’è anche il  nostro gruppo Facebook “Terapie Brevi”, che attualmente ha superato le millecinquecento persone e dove pubblichiamo sempre opinioni, commenti, è sempre foriero di idee interessanti sull’argomento e di spunti anche pratici e molto utili. Quindi fatti sentire, anche perché se vogliamo veramente essere utili in questo periodo difficile, dobbiamo imparare a farlo…
…in tempi brevi.

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