Un mese fa abbiamo parlato del vaginismo e della tecnica del contrarre e rilassare.
Ma cosa fare quando la penetrazione è possibile ma c’è dolore? A differenza del vaginismo si parla di dispareunia nel momento in cui la penetrazione è possibile, c’è penetrazione, però è
dolorosa; e non è raro che proprio una volta superato il problema del vaginismo ci troviamo di fronte a quest’altro tipo di problematica. Come detto anche nel video “Il vaginismo”, anche in questo caso bisogna fare un’approfondita valutazione. Nelle classificazioni del problema per esempio si distingue tra “superficiale”, quando il dolore c’è all’inizio della penetrazione, già
all’inizio alla penetrazione, e “profonda”, quando invece il dolore c’è una volta che la penetrazione è avvenuta. E ancora spesso tra dispareunia “primaria” quando per esempio è data da condizioni mediche, o “secondaria” quando è sopravvenuta in base a un evento, magari anche identificabile, oppure quando comunque dopo un lungo tempo in cui non c’erano problemi di tipo sessuale, o non ci sono mai stati, ecco che sopraggiunge la dispareunia, o “situazionale” cioè quando è strettamente legata a un certo partner o a certe condizioni, oppure “occasionale” cioè quando capita random.
Capisci bene che già queste sono delle “differenze che fanno la differenza”, per dirla alla Bateson: se il problema fosse legato al partner, per esempio se ci fosse un problema con il partner, è anche probabile che la tecnica che ti sto per dire non abbia nessun effetto o che abbia tre esiti. Il primo è che non viene messa in atto, qui peraltro puoi utilizzare la tecnica proprio come uno
strumento retroattivo, cioè il fatto che non venga messa in atto ti può far domandare sul perché non è stata messa in atto e quindi andare a vedere se c’è altro su cui lavorare.
Il secondo esito è che viene messa in atto ma non funziona. Anche qui, anziché continuare a insistere testardamente, puoi andare a cercare di indagare quali sono i probabili problemi sottostanti, dove sottostanti non significa necessariamente inconsci, non significa neanche non consapevoli magari, potrebbe significare semplicemente che ci sono degli elementi contestuali che è bene indagare perché mantengono il problema.
E il terzo esito è che la tecnica venga messa in atto con successo, ma che poi porti a far venire a galla proprio quegli elementi contestuali o gli altri problemi sottostanti.
Questo sarebbe lo scenario migliore ma tieni conto che non è sempre così, quindi occhi aperti. Però, appunto, c’è anche lo scenario in cui la tecnica funziona ed è sufficiente.
D’altronde la donna potrebbe aver sviluppato il problema per delle ragioni che oggi non sussistono neanche più, però può essere mantenuto ancora in vita per una serie di comportamenti, di percezioni che per l’appunto lo tengono in alto. La tecnica che si può usare, dunque, è quella delle belle statuine. La descrivono Matteo Rampin e Giorgio Nardone nel bel libro “La mente contro la natura”, che però non trovate più con questo titolo perché adesso è stato ripubblicato e si chiama “Quando il sesso diventa un problema” , ed è relativamente semplice:
i due partner si incontrano sotto le lenzuola, come sempre fanno tutto quello che gli va di fare ma nel momento della penetrazione si devono fermare.
Per 5 minuti o più, a seconda dei casi, ci deve essere una penetrazione di un solo millimetro, n’è uno di più né uno di meno, e devono rimanere così con quella penetrazione di un solo millimetro per cinque minuti a guardarsi negli occhi. Il compito viene dato da eseguire per una o due settimane e aiuta donna a rilassare la pelvi, e a iniziare a disinnescare tutti quei comportamenti che metteva in atto, in particolare a livello muscolare, ma anche a livello di percezione, di pensieri, di azioni, di aspettative che andavano a causare il problema, o meglio, a mantenerlo in vita.
Va da sé che nelle sedute successive si aumenterà la gradualità: 5 mm, un centimetro, tre centimetri e poi rimanere lì ovviamente cinque minuti a guardarsi negli occhi. La gradualità la devi
concordare con loro. Generalmente quello che succede è che a un certo punto i due tornano e dichiarano di avere avuto spontaneamente un rapporto completo e senza dolore soprattutto.
Quello è il momento di insistere. Chiedere di continuare così, avere rapporti come fanno normalmente, ma se ci fossero delle situazioni in cui la donna prova dolore, fermarsi per 5 minuti e fare le belle statuine. Come detto l’esercizio in sé è facile ma vanno tenute in considerazione tutta una serie di ragioni e di elementi contestuali. Do per scontato che tu li sappia in quanto psicologo, e che sappia che dimenticarseli vorrebbe dire trascurare degli elementi fondamentali della valutazione del problema della persona o della coppia e dimenticarseli quello si…
…che causerebbe dolori.
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