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Nel primo trimestre del 2020 abbiamo superato le 1500 copie di “Terapia a seduta singola, principi e pratiche”,  che è andato in ristampa dopo appena due anni.

È stato un risultato notevole, considerando  che questo genere di libri, quando vanno bene, vendono tra le 300 e le 400,  500 al massimo, copie all’anno: in pratica abbiamo più che raddoppiato il risultato, senza che il nostro testo venisse adottato in un corso universitario e senza considerare i download della versione digitale.

Approfitto allora del lieto evento per trattare un tema che spesso è stato fonte di riflessioni con molti colleghi:
conviene o non conviene pubblicare con un editore?

Siamo in un momento storico in cui sempre più autori pubblicano per conto proprio e, con i colleghi, ci siamo un pochino domandati sui  vantaggi e gli svantaggi del self-publishing.

Come tutto, è sicuramente vantaggioso per certi termini, e svantaggioso per altri. Sicuramente in termini di guadagno non c’è paragone: un editore ti dà una percentuale di guadagno tra il 4 e il 10 per cento come media, mentre con il self-publishing puoi guadagnare sicuramente molto di più in percentuale. Qui c’è però da fare una considerazione particolare:
in percentuale. Se guadagni il 30% anziché il 5%, ma vendi dieci copie anziché mille copie… è matematica!

Inoltre la gestione è completamente tua nel self-publishing. Per esempio, nel nostro caso, il titolo è stato rivisto dall’editore: “Manuale di Terapia a Seduta Singola” era quello originale, e anche la copertina è stata una scelta dell’editore.

Anche questo, però, è una cosa interessante perché l’editore ci ha proprio spiegato direttamente che i manuali, i testi che proprio si chiamano “manuale di”, vendono meno di altri testi. Oppure, visto che all’interno ci sono più autori, noi avremmo voluto mettere “a cura di Flavio Cannistrà e Federico Piccirilli” ma l’editore ci ha spiegato che le “curatele”, quindi testi con scritto “a cura di”, vendono meno dei libri dove c’è solo il nome degli autori, senza scritto “a cura di”; e peraltro ci ha precisato che, in realtà, una curatela, dopotutto, ha dei capitoli
disgiunti l’uno dall’altro, mentre il nostro libro ha un filo conduttore molto netto, progressivo, che ,di capitolo in capitolo, è veramente ben identificabile.

Insomma, tutte queste cose non le avremmo imparate né sapute senza la mediazione di un editore.

Tornando ai vantaggi del self-publishing, c’è anche da dire che, nella nuova edizione, noi abbiamo potuto fare la correzione di qualche refuso e aggiungere un piccolo paragrafetto, niente di più. Sarebbe stato interessante aggiornare il libro con le scoperte fatte da noi degli ultimi due anni, anche se c’è da dire che non sarebbero stati dei reali benefici per il lettore, ma soltanto
la soddisfazione di un desiderio di aggiornamento nostro, però l’editore ha preferito, in una questione di strategia, lasciare il libro così com’è e semplicemente fare le prime correzioni dette precedentemente.

Anche i tempi sono importanti: un editore può avere dei tempi anche enormi da quando tu gli presenti, gli invii il dattiloscritto, a quando pubblica il libro e finisce nelle librerie,che possono andare da pochi mesi, nei casi più rapidi, ad anche più di due anni E invece col self-publishing, scritto il libro, in pochissimo tempo, anche giorni, puoi metterlo direttamente
online e già iniziare a venderlo.

Insomma soldi, tempo e completa libertà  di decisione sono sicuramente i vantaggi principali del self-publishing, ma pubblicare con un editore, soprattutto se si tratta di materiale scientifico, ha il suo senso, ha i suoi vantaggi. Ti dico la mia esperienza basata su  tre libri, pubblicati con tre editori diversi ad oggi, nel metà 2020, e capitoli  pubblicati con anche altri editori.

Innanzitutto l’editore fa l’editing, io  sono ossessivo sull’uso dell’italiano e, ogni volta che scrivo un libro o un articolo, lo faccio leggere a mia madre. Si, mia madre è una divoratrice di classici della lingua italiana, e non solo classici, anche di grandi autori come qualcuno del calibro di Umberto Eco, quindi, ogni volta che sottopongo un testo a lei, so che mi farà un editing severo e impeccabile.

A volte lo faccio leggere anche ad altre persone, perché più occhi lo guardano meglio è, eppure la precisione che può raggiungere un editor professionista è irraggiungibile, soprattutto se si tratta di un testo scientifico che necessita di una precisione autorevole. Il lavoro che fa l’editor riesce ad arrivare non solo a correggere errori e refusi, ma anche a verificare costrutti, teorie, termini, a vedere se la bibliografia ha tutti i punti, le parentesi e le virgole al punto giusto. Se vuoi scrivere un saggio impeccabile, non puoi prescindere da questo lavoro.

Questo aspetto si aggiunge anche ad un altro: l’editore si fa da garante per il lettore. Ci sono tanti validi editori in Italia che pubblicano testi di psicologia e psicoterapia, e quando compri da uno di loro sai che tipo di libro ti puoi aspettare, e, se sei un autore, questo impatta anche su di te a livello di brand per esempio: se pubblichi con un editore che ha dei buoni titoli è molto più probabile che anche il tuo titolo venga considerato buono, o comunque che il lettore pensi che valga la pena leggerlo anche se non ti conosce bene.

Certo, non è scontato che il tuo sarà un buon titolo, però non lo sarebbe neanche se  fosse pubblicato in self-publishing. In particolare per i saggi, se l’editore ha una o più collane dedicate a quell’ambito, è perché sa fare una valutazione di quell’ambito, dei titoli di quell’ambito, del lavoro che è necessario per pubblicare qualcosa di valido in quell’ambito.Personalmente, per quanto riguarda la psicologia e la psicoterapia, non capita quasi mai che io  legga dei libri autopubblicati. Se nessun editore ha voluto investire in quel libro,  o se l’autore stesso non ha voluto sottoporsi all’inevitabile processo di giudizi, di revisioni, di rifiuti con cui ci si imbatte, allora io stesso mi domando se valga la pena investire il mio tempo nella lettura di quel testo.

Naturalmente non voglio generalizzare perché ci sono anche delle fortunate eccezioni, anche nell’ambito della psicologia. Il libro pubblicato con un editore, poi,  può raggiungere più persone.

Finire in libreria non è automatico con un editore, ma è molto difficile con il self-publishing.

Noi spesso vediamo anche autori, grandi autori, che hanno fatto self-publishing che finiscono in libreria. Però lì dietro c’è, ragazzi, una strategia di promozione, di marketing che è fondamentale, che se non la conosci, o se non sei in grado di portarla a quel livello, farà sì che le vendite del tuo libro non saranno tante e che le librerie per questa ragione probabilmente non ti vorranno.

Considera sempre che la libreria ha uno spazio definito, finito anzi, in metri quadri e che tenderà a mettere al suo interno libri che sa che vendono più di altri, e quindi editori che sa che probabilmente vendono più di altri. C’è da dire che buona parte degli acquisti di libri avviene online oggi, ma le librerie sono ancora un canale importante perché frequentato e strategico: anche se l’autore, oggi, è una parte determinante nella vendita diciamo e nella promozione del libro, stare sugli scaffali ha un effetto diverso sul lettore, proprio perché chiunque può stare su Amazon, ma non tutti riescono a stare in libreria.

Ecco qui veramente i miei due centesimi sull’argomento, non voglio neanche farla troppo lunga, dimmi un po cosa ne pensi perché è una riflessione che mi interessa molto.

Puoi scrivere tuo commenti qui sotto, oppure se sei uno psicologo puoi continuare la discussione sul gruppo Facebook “Terapie Brevi”, oppure magari chi lo sa, prima o poi ne parleremo di persona incontrandoci..

…in libreria.

 

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