Finisce la prima seduta e… Che fai?
Io personalmente mi ricavo 1-2 minuti per prendere degli appunti sul caso appena visto, perché ci sono delle cose che secondo me è essenziale appuntarsi.
1-2 minuti, non ho bisogno di più tempo perché non è che ho bisogno di appuntare tutto quello che è successo, mi basta scrive alcune parole chiave che peraltro mi aiutano poi a richiamare tutta una serie di altre informazioni, e poi in generale mi ricordo abbastanza bene i vari dettagli della seduta, e attenzione non lo faccio perché è carino farlo, o tanto meno perché “devi prendere gli appunti dopo la seduta”, per me non esiste il “devi fare” una cosa perché è scritto nel sacro libro della psicoterapia, no, lo faccio perché è utile, perché ha uno scopo ben preciso.
Utilizzo una scheda che proponiamo anche nella nostra scuola di specializzazione in Psicoterapie Brevi Sistemico Strategiche e che è molto semplice:
È cortissima, in pratica in un solo foglio posso prendere appunti per quattro sedute.
A meno che non ci siano dei motivi particolari non ho bisogno di appuntarmi ogni singola nozione di quello che ci siamo detti durante la seduta, se proprio ho bisogno di farlo lo faccio in un foglio a parte.
Di nuovo, prendere gli appunti non lo faccio perché è simpatico ma lo faccio perché mi sarà utile a fare meglio il mio lavoro, a rendere la terapia e la seduta successiva in particolare, più efficace.
Fondamentalmente la scheda prevede questi punti: numero uno chi è la persona. Ma questo è scontato, ti serve per riconoscere la scheda è sapere a quale persona stai facendo riferimento, però meno scontato è che devi togliere qualunque riferimento che renda identificabile quella persona.
Io ad esempio non scrivo assolutamente il nome della persona, men che mai qualunque altro dato anagrafico, di riferimento, in nessun modo, per fortuna però noi psicologi siamo abbastanza formati sulla gestione della privacy quindi vado avanti!
Numero 2, segno il problema per cui viene la persona. Attenzione, non scrivo disturbo bipolare 1, o disregolazione affettiva con tono dell’umore basso, scrivo il problema con le parole con cui me l’ha descritto la persona. Se quella mi dice “il problema è che passo dei periodi in cui vorrei morire e suicidarmi, alternati a periodi in cui mi sento forte ed energica” scrivo una sintesi di questo, anche con poche parole e una pessima calligrafia che è il modo migliore per crittografare un foglio scritto a mano. Lo scrivo con le parole della persona perché nel momento in cui rivedrò il foglio un attimo prima della seduta successiva con la persona, usare le stesse parole, rileggere le stesse parole che lei ha scritto mi permetterà di ricalarmi immediatamente nel modo di vedere e di vivere il problema della persona, non nel modo in cui il DSM o un manuale di psicopatologia lo descriverebbero.
Numero 3 appunto l’obiettivo della seduta. In particolare appunto sia l’obiettivo della terapia sia l’obiettivo della seduta per l’appunto, se hai visto il video “L’obiettivo della terapia e l’obiettivo della seduta” hai un pochino in mente di che cosa sto parlando, altrimenti ti consiglio di
approfondirlo per capire un po’ meglio.
Numero 4 appunto i comportamenti disfunzionali o le tentate soluzioni disfunzionali. In pratica ho una lista di comportamenti generali come chiedere aiuto o controllare, evitare, parlare, pensare, annunciare, eccetera eccetera che vado a spuntare, c’è anche la voce “altro” ovviamente per aggiungerne, a seconda che durante la seduta io abbia identificato che la persona li mette in atto. Supponendo che uno degli obiettivi sarà stato quello di andare a bloccare quei comportamenti nella seduta successiva potrò poi ricordarmeli e verificare se effettivamente ci sono ancora o se la persona è stata in grado di bloccarli.
Numero 4a, le risorse. Ritengo sempre molto utile appuntarmi 2-3-4 risorse emerse durante la seduta, sia perché appunto potrò anche quelle andarle a richiamare durante la seduta successiva, sia perché sapere che alla fine della seduta io devo appuntarmi due tre o quattro risorse, mi fa avere un orecchio più attento ad andare a coglierle durante il corso della nostra seduta.
Numero 5, il sistema percettivo reattivo. Questo è un termine che ho preso a prestito da Nardone però devo dire che non vado a identificare delle particolari categorie di sistemi percettivi reattivi, lo uso in un modo un po’ diverso. Un sistema percettivo reattivo, per capirci, per come l’ho compreso io, è un modo, una modalità ridondante in cui la persona percepisce le cose o comunque da un significato alle cose, in particolare le cose relative al problema per cui viene, e reagisce ad esse, cioè si comporta di conseguenza a quelle percezioni o significati.L’utilità è proprio questa, che il momento in cui lo appunti, io lo appunto, vedete c’è un grande spazio con una freccetta in mezzo, ti dà proprio un’idea di come le persone percepiscono, come il tuo paziente percepisce quel problema, e di come reagisce di conseguenza. Questo ti dà un’idea su come andare a lavorare poi su quella percezione e/o sulla reazione conseguente. E di seduta in seduta ti dà anche una visione di come si sta modificando la sua percezione e la sua reazione.
Numero 6, mi appunto le tecniche e gli interventi che ho usato in quella seduta. Appunto anche qui 2-3 tecniche principali che ho utilizzato in seduta, e anche questa è una delle voci più importanti per me. Sì, perché se nella seduta successiva le cose non cambiano oppure mi rendo conto che non sono state utili come io pensavo, smetto di usarle. Insomma è inutile che continuo ad usare per esempio delle storie o delle metafore come dicevo nel video della settimana precedente se quelle non stanno producendo dei cambiamenti, o se i cambiamenti prodotti non sono correlati ad esse.
Numero 6a, la relazione. Qui brevemente descrivo che tipo di relazione ho usato con quella persona e che ho ritenuto essere più efficace: sono stato più tecnico, mi sono tenuto in una posizione One Down, One Up, ambivalente, metà e metà insomma anche qui devo cercare di ricordare quali sono state le interazioni di base più utili e più efficaci con quella persona, in modo che poi possa continuare ad utilizzarle, o cambiarle se a un certo punto è necessario farlo. Anche cui dovrei fare dei weekend per parlare di relazione e di come gestirla, però spero di averti dato un pochino un’idea.
Numero 7, l’ipotesi. Qual è la mia ipotesi rispetto al nodo principale su cui dobbiamo andare a lavorare per ottenere un cambiamento? Non è un conflitto inconscio, non è un’interpretazione psicodinamica, non è un lavorare sull’attaccamento sicuro, no, è qualcosa di molto specifico ed
operativo su cui dobbiamo andare a lavorare. Me l’appunto qui perché nella seduta successiva verificherò se c’è stato un cambiamento per via dell’azione correlata a quell’ipotesi e se allora l’ipotesi era corretta e posso continuare a mantenerla, a lavorarci sopra se necessario, oppure se
non c’è stato un cambiamento e quindi l’ ipotesi probabilmente va cambiata. Di nuovo, anche questo è un argomento che va approfondito, magari l’ipotesi è giusta ma l’azione che hai utilizzato per verificarla è sbagliata, va cambiata, oppure un cambiamento positivo c’è stato ma non per l’ipotesi che tu avevi ipotizzato. Su questo ci farò un video il prossimo mese.
Numero 8, siamo quasi alla fine, le prescrizioni. Se ci sono delle prescrizioni, degli esercizi, delle strategie che ho chiesto alla persona di mettere in atto tra una seduta e l’altra me le appunto qui. La volta successiva potrò verificare l’effetto, mantenere quelle che funzionano ed eliminare quelle che invece non hanno sortito alcun cambiamento.
E infine numero 9, le note. Che corrispondono alla parte più lunga e su cui prendere più appunti in tutta la scheda. Io di nuovo scrivo poco, ma su questo regolati tu di conseguenza, e mettici quello che ti può essere più utile per avere sempre degli spunti che ti permettano di migliorare.
La descrizione è stata un po’ tecnica e asciutta, mi sarebbe piaciuto approfondire di più certi punti, spiegarli meglio, e anche dirtene alcuni che ho volutamente saltato. Il punto comunque è che la scheda ti deve servire per monitorare il cambiamento per capire se la rotta che hai preso è quella giusta…
…o se devi cambiare qualcosa.
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