RICEVI I MIEI AGGIORNAMENTI PER EMAIL, ISCRIVITI​




Mi arriva una persona che vuole una mano
per una compulsione a sensazione, cioè

deve fare le cose in un certo modo
finché non sente che è il modo giusto.

Per esempio se mette uno straccio
apposto deve metterlo in un certo modo

oppure se deve pulire una padella

la deve pulire finché non sente che è pulita bene,

o prima di iniziare a fare
determinate attività deve sentirsi in un certo stato.

Qualche mese fa ho
pubblicato un video che si chiamava

“Disturbo Ossessivo-Compulsivo: la tecnica del se fai 1 fai 5”

che è molto utile per questo tipo di problemi, ma c’è un problema:

quella tecnica che prevede di fare più
volte proprio il sintomo,

quindi il comportamento che la persona ripete
ossessivamente, compulsivamente

va bene solo se quella compulsione è numerabile!

Se il comportamento fosse che ne so

aprire una porta un tot numero di volte potrai chiederle di farlo di più.

se fosse il fatto di
riordinare le cose in valigia in un certo modo

potrai dirle “se lo fai una volta in
quel modo lo fai cinque volte”,

ma se si tratta del raggiungere una sensazione..
alla persona del mio caso chiesi

che cosa sarebbe accaduto se avesse fatto
quelle cose in un modo diverso,

e lei mi rispose che mai avrebbe potuto perché
quello era il modo giusto.

Allora parlandoci un po’ le chiesi come queste
cose limitassero la sua vita,

e effettivamente lei stessa finì per dirmi
che si trovava all’interno di una gabbia

di cui lei stessa aveva la chiave.

Questa è una parte importante perché

sebbene non strettamente collegata alla
tecnica che sto per esporti,

mi servì per

creare il terreno giusto su cui
piantarla altrimenti la persona non mi

avrebbe assolutamente seguito.

Infatti a
quel punto convenimmo insieme che

per l’appunto la chiave di quella gabbia ce
l’aveva in tasca

che doveva iniziare a

muovere dei passi al di fuori, solo che lo
avremmo fatto con i suoi tempi.

Quello che facemmo fu
creare dei piccoli boicottaggio o delle

piccole violazioni alle sue compulsioni,
ad esempio doveva riporre lo straccio

non esattamente nel modo in cui si
sentiva a 10 diciamo,

in uno stato di perfetta gradevole sensazione

doveva tenersi un pizzico di insoddisfazione ma tollerabile.

Oppure la padella non doveva pulirla

bene bene, doveva lasciare una piccola
sensazione di non perfettamente pulita,

e lasciarla lì così.

Bada bene che non
usai la parola “devi lasciarla un po’ sporca”

perché in quella fase iniziale sarebbe
stato un po’ troppo per lei.

Oppure doveva mettere in una scala da 0 a 10 il suo
stato, dove dieci era quando

lei si sentiva in uno stato giusto per iniziare a
fare le cose,

e provare a iniziare a farle anche solo se stava a nove e mezzo.

se hai visto il mio video sulla logica dei “Piccoli Passi”,

che ad oggi ho rinominato “Piccoli Cambiamenti”

ti sarà chiaro che questo tipo di intervento
rientrava proprio all’interno di quella logica,

far fare dei piccoli graduali
cambiamenti nella sua compulsione.

In questo caso fu un lavoro piuttosto graduale
che impiegò poco meno di una decina di sedute

per scardinare gradualmente e
totalmente la compulsione,

altre volte invece è proprio un effetto valanga, tu
inizi con un piccolo passo

e poi si amplifica il cambiamento e in
poco tempo cambia tutto, viene scardinato

del tutto, mi piace la parola scardinare
oggi, il problema.

In ogni caso il punto rimane lo stesso: se la persona ha un tipo di compulsione che non è numerabile,

per scardinarla devi andare a fare dei
piccoli passi graduali che la modifichino un pochino,

che vadano a modificare un
pochino quella sensazione.

Occhio perché la parte difficile del
lavoro sarà proprio quella di seguire

la gradualità della persona portandola a
rompere il suo schema e rovinare quella compulsione…

…un passo alla volta.

 

Vuoi applicare le Terapie Brevi nella tua pratica?
Segui i miei video su You Tube.
Partecipa a una delle mie formazioni.
contattami e chiedimi di più.

RICEVI I MIEI AGGIORNAMENTI PER EMAIL, ISCRIVITI​