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Vedo questa persona che soffre di
attacchi di panico da cinque anni,

non è tanto rispetto ad altri casi che ho visto, però c’è una cosa particolare:

La persona cinque anni prima aveva scoperto di
essere stata adottata e da lì

è cambiata la sua vita.

Ha interrotto le amicizie, diventata super sospettosa,

da grande viaggiatrice che era ha smesso di viaggiare,

ha sviluppato le fobie per

i mezzi di trasporto, pubblici, aerei, treni, ecc…

insomma un cambiamento drastico in un attimo.

In realtà in poche sedute annulliamo completamente i suoi attacchi di panico

e riduciamo di molto le sue
paure, i suoi sospetti verso gli altri e

via dicendo. Però rimane una cosa,

perché in quei cinque anni ha disimparato a vivere

e quindi adesso abbiamo un obiettivo altro da raggiungere oltre

alla questione degli attacchi di panico, del diminuire la sospettosità,

deve riorganizzarsi la vita!

Non sono rare le situazioni in cui ti trovi a fare con le persone

proprio questo tipo di lavoro, cioé magari sparisce il sintomo, risolvi il problema

però devi aiutare la persona a riorganizzare la propria quotidianità

Penso ad un’altra persona che venne da me per un altro problema,

per un’intensa fobia sociale

che la investiva fin da adolescente.

Credimi se ti dico che in prima seduta

crepammo in modo preciso e definitivo il muro della fobia sociale.

In pratica facendo leva sulle sue risorse riuscì in prima seduta

a scendere giù di sotto dal mio studio e ad incontare una persona, iniziare a parlarci,

e chiedergli informazioni, cosa che fino a quel momento aveva pensato impossibile da fare.

Da lì la fobia sociale fu praticamente demolita

e dovevamo soltanto spazzare le
macerie.

Ma il punto era che adesso doveva

riorganizzarsi la vita, cioè allenarsi a quelle competenze sociali,

sviluppare e aumentare quelle capacità relazionali che

negli anni si erano atrofizzate o non aveva mai allenato.

È per questo che la terapia

andò avanti per altre 8/9 sedute, però non per i sintomi della fobia sociale,

ma piuttosto per aiutarla ad allenare le sue competenze sociali.

Ecco a volte puoi trovarti proprio a dover fare un lavoro di questo genere.

A volte lo devi fare proprio dopo che il problema è stato risolto,

che l’ostacolo è stato rimosso, solo dopo puoi iniziare a fare questo tipo di lavoro.

È come se prima devi aiutare la persona a sostituire la ruota sgonfia e dopo

la devi aiutare a imparare a guidare.

A volte devi farlo mentre il problema lo stai risolvendo,

come se le due cose fossero talmente legate insieme che

mentre fai una devi fare anche l’altra.

Pensa a molte situazioni in cui

la persona depressa deve cominciare a riattivarsi nella sua vita per sentirsi meno depressa,

e quindi non puoi aspettare di risolvere la depressione

per far sì che si senta meno depressa e cominci a riattivarsi nella sua vita.

Deve andare avanti insieme.

Altre volte il concetto di riorganizzarsi la vita

devi farlo addirittura prima, come una volta in cui venne da me una persona

con attacchi di panico con la quale ci rendemmo conto che

se non avesse cambiato certi ritmi all’interno della sua vita

gli attacchi di panico non si sarebbero mai risolti,

o probabilmente sarebbero diminuiti ma non sarebbero

mai arrivati a una perfetta conclusione, una perfetta estinzione.

Ecco, fai caso ad una cosa: da sempre nella psicoterapia

c’è chi dice che prima devi fare una cosa e dopo devi fare l’altra.

Prima devi svelare il trauma e poi potrai togliere il sintomo,

o prima devi togliere il sintomo e poi devi allenare le competenze relazionali

e così via dicendo…

Da buon terapeuta breve non è raro che io mi concentri

prima sull’aspetto più sintomatico o prominente,

però questa non deve essere una legge.

A volte come hai visto non è la strada più veloce, o la migliore,

o a volte non è proprio possibile fare così!

Secondo me una cosa che caratterizza un buon terapeuta breve

è osservare i feedback e adattarsi a seconda di quello che risponde la persona.

Se ti hanno insegnato che prima devi parlare della madre, del padre,

dello zio, dell’antenato archetipico, ma questo semplicemente,

a prescindere dalla teoria, non sta funzionando,

cambia strada!

La persona e in un certo senso la terapia

ti stanno dicendo che quel modo di agire non sta funzionando,

e allora quello che un professionista bravo prima ancora che breve

dovrebbe fare è…

…imparare a riorganizzarsi!

 

 

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