Uno dei motivi per cui ho scelto di studiare le terapie brevi è perché non voglio tenere troppo a lungo le persone in terapia. In generale, penso che se non ottengo dei miglioramenti già nelle prime sedute, sarà più difficile riuscire ad ottenerli in quelle successive, e in linea di massima credo che molte persone possano migliorare veramente nelle primissime sedute, quindi mi ha sorpreso scoprire che ci sono tutta una serie di ricerche che dicono che effettivamente è così.
Praticamente, negli anni Ottanta un gruppo di studi capitanato da Kenneth Howard pubblicò un articolo di ricerca chiamato The Dose-effect relationship in psychotherapy. Si tratta di uno studio patient-focused, che sostanzialmente va a monitorare il progresso, il miglioramento della persona lungo tutto il corso del trattamento.
In pratica, Howard voleva capire mediamente quante sedute servono a una persona per risolvere i suoi problemi: per questo si chiamava the dose-effect relationship, perché voleva capire, usando una terminologia forse un po’ più medica, quante dosi di terapia, quante sedute di terapia mediamente sono necessarie per risolvere un problema.
In quel primissimo studio, fatto su 2400 persone, Howard e colleghi mostrarono che mediamente in 8 sedute migliora una persona su due a livello significativo, e che in 26 sedute migliorano tre persone su quattro.
Da allora, tutta una serie di altri studi hanno convalidato questa ricerca, mostrando che più o meno in quella media di sedute migliorano effettivamente quel numero di persone. Alcuni hanno detto che ci vuole un po’ di più, altri però hanno detto che ci vuole anche di meno: ad esempio, Martin Seligman, ex presidente dell’APA, quello che ha scritto il libro Imparare l’ottimismo, ha visto che in media la maggior parte dei miglioramenti si ottengono entro 5-6 sedute.
Considera inoltre che, all’epoca, la maggior parte delle terapie inserite in questi studi erano di approccio psicodinamico, quindi delle terapie notoriamente conosciute per la lunghezza dei loro trattamenti. Questo pone due ulteriori considerazioni:
- Da un lato, includendo anche altre terapie, tra cui ad esempio le terapie brevi, all’interno di studi come questi, possiamo aspettarci che il numero di sedute necessarie per migliorare possa essere anche inferiore per la maggior parte delle persone.
- Dall’altro però fa pensare il fatto che, anche con terapie come quelle psicodinamiche, da cui solitamente ci si aspetta un cambiamento in tante sedute, si osservi che già in 8 sedute o 26 sedute, una grande percentuale di persone ottiene dei miglioramenti significativi.
Questo fa riflettere parecchio, perché ci induce a pensare che cosa provoca il cambiamento e in che diversi modi possiamo essere utili alle persone che vengono da noi.
Gli studi successivi sono stati tanti e hanno messo in luce anche alcune controversie. Per esempio, alcune assicurazioni o sistemi di cura organizzati hanno iniziato a dire “ok, visto che servono così poche sedute, riduciamo il numero di sedute che noi copriamo con l’assicurazione”. Per questo motivo recentemente altre ricerche hanno mostrato che in realtà esistono diverse curve di cambiamento: alcune persone ci mettono un po’ di più a migliorare, alcune ci mettono di meno.
Oppure, appunto, c’è da considerare che spesso le terapie brevi non vengono prese in considerazione all’interno di questi studi, perché magari vengono favoriti degli approcci più mainstream, anche se a livello di efficienza e di durata sono molto diversi.
Comunque, un fatto sicuro è che si è visto che molte persone migliorano già nelle primissime sedute, e questa è una cosa che secondo me noi terapeuti dovremmo considerare perché fa riflettere su diverse questioni.
Solo questa informazione a mio parere è molto potente: se ti aspetti che in poche sedute non si possano ottenere dei cambiamenti significativi, sarà molto probabilmente così, perché magari potresti essere meno attento a cogliere quegli elementi di cambiamento su cui puntare per amplificarli e ottenere dei risultati fin dall’inizio, oppure sarai più propenso a vedere tutti quegli aspetti che ti sembrano confermare che il cambiamento non sta avvenendo.
Le ricerche sulle dose-effect relationship sono andate avanti negli ultimi trent’anni, sono state integrate, sono nati altri filoni di ricerca partendo da questi, e i loro risultati sono stati interessanti.
Sicuramente penso che per noi terapeuti possa essere molto interessante sapere che già dalle prime sedute, già in poche sedute, si ottengono cambiamenti significativi, perché questo ci dovrebbe poter portare, tra le varie cose, a capire quali sono quelle tecniche, quelle competenze che possiamo tenere sott’occhio per aiutare la persona a migliorare già dall’inizio della terapia, e cominciare ad attuarle.
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