C’era una cosa che mi tormentava all’università.
Leggevo queste pagine e pagine in cui si parlava di bambini imparanoiati dall’aver distrutto dei seni cattivi; di Re Vecchi, Ombre e Puer Aeterna che albergavano in noi direzionando la nostra vita; di madri-frigorifero (!) e pazienti che, due su tre, mostravano un’omosessualità latente…
E, giovane studente sbarbato e con un sacco di capelli, mi chiedevo: “Ma di che diamine state parlando?!”
Sapevo di che “diamine” stavano parlando. Ma non ero d’accordo.
Sapevo di che “diamine” stavano parlando. Ma non ero d’accordo.
Poi trovai la scienza al di là della metafora. E ricordo con precisione un evento.
Eravamo io, Fabio e Marco in macchina, a parlare di scienza. E Marco, a un certo punto, fa: “Beh, la scienza ti dà risposte definitive.”
Ecco, no. E qui c’è un problema.
Hai presente Darwin? Ecco, lui non disse che sopravvive il più vero: sopravvive il più adatto.
La teoria che segui, i costrutti che usi, devono solo essere adatti. Guai a scambiarli per “veri”.
E qual è l’implicazione?
Che la tecnica che stai usando, il protocollo che stai applicando, il modello che stai seguendo, l’approccio che stai venerando… potrebbero non essere sempre adatti. E potrebbero esserci tecniche, protocolli, modelli e approcci più adatti persino nella maggior parte dei casi.
Stai continuando a studiare?
Stai continuando a metterti in discussione?
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