In un’intervista alla mia amica Paola Biondi, ho letto che oggi un terzo delle psicoterapie, delle terapie in generale, in Europa, viene fatto online. E questa, secondo me, è una cosa molto interessante che può fare luce su un bel po’ di riflessioni, sulle quali dovremo muoverci noi psicologi.
In un bell’articolo, Spinsanti spiega come, in medicina, dal modello ippocratico in cui il medico imponeva la propria terapia sul paziente, si è arrivati a un modello di co-costruzione della terapia. Oggi il cliente vuole essere partecipe in modo attivo all’interno del processo terapeutico: vuol dire la propria esperienza, vuol dire le proprie opinioni, vuole essere una leva strategica che sceglie la direzione da dare alla terapia stessa.
Il mondo cambia di continuo, i clienti si adattano e ovviamente il mercato si adatta di conseguenza. Con il termine “mercato” intendo, in questo caso, l’erogazione dei servizi sanitari, perché ne facciamo parte, è il nostro lavoro. Questo significa che, come terapeuti, ci dobbiamo adattare, dobbiamo adattare il nostro setting e adattare il modo in cui rispondiamo ai bisogni delle persone, perché altrimenti succederà che le persone troveranno altri modi di stare bene e di raggiungere il proprio benessere. Modi diversi da quelli che gli offriamo noi al momento.
In questo senso, se non hai mai pensato di fare della terapia online, questo è il momento giusto. Ormai le ricerche che hanno mostrato che la terapia online è efficace sono un’infinità e, a mio parere, le terapie brevi si sposano benissimo con questo discorso.
Ecco tre cose che puoi fare se sei uno psicologo e vuoi cominciare a fare terapia online.
Ti dico le mie, basandomi sulla mia esperienza. Mi fa piacere se vuoi dire le tue nei commenti, fare domande, critiche o esprimere opinioni, o fare aggiunte che possono essere utili a tutti.
1. Inizia a vedere come funziona la terapia online.
Le terapie online non sono come la terapia vis-à-vis, soprattutto se parliamo di chat therapy e di e-mail therapy. Anche la terapia online faccia a faccia tramite Skype non è la stessa cosa. Non è la stessa identica cosa. Quindi, informati: ci sono diversi articoli, libri e linee guida sull’argomento. È importante documentarsi, prima di cominciare a mettere queste pratiche in uso.
2. Se non ti senti sicuro, inizia con una cosa con cui senti più affinità.
Per esempio, inizia con delle terapie via Skype, anzi che iniziare con la chat therapy che ha delle logiche sue, particolari, da seguire. Inizia via Skype, che è molto simile al vis-à-vis e sicuramente ti dà l’idea di poter fare qualcosa di più in linea con quello che già sta facendo nel tuo studio tutti i giorni, con i tuoi pazienti.
3. Comincia con le cose più facili per te, in termini di lavoro.
Intendo dire, inizia magari a proporre la terapia online soltanto per quelle tipologie di problemi verso cui tu ti senti più sicuro. Per esempio, se lavori molto bene con le terapie di coppia, inizia a proporre solo le terapie di coppia online. Oppure, se lavori molto bene con il blocco degli studenti nello studio, le performance del public speaking delle persone, di manager o altre persone, inizia con quelle, online. Ti troverai in un territorio che per te già noto su cui ti sai già avviare bene e che online ti sa più facile trattare.
Come ho già detto in questo e in altri video, le persone saranno sempre più una leva strategica utile a capire come riuscire a raggiungerle e dargli i nostri servizi, per lo meno dovremmo ascoltare i loro bisogni e vedere come possiamo rispondere a quello che ci stanno chiedendo.
Quindi, in definitiva di fronte a situazioni come queste, di fronte a cambiamenti come questi, puoi decidere soltanto due cose: o ne vieni travolto, o li cavalchi.
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