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Tra i tanti modelli di terapia breve, uno dei più noti è la terapia breve modello MRI. Sicuramente l’avrai sentita con un altro termine, che è quello di terapia strategica.

Questa forma di terapia fu elaborata all’interno del Mental Research Institute di Palo Alto, in particolare nel Brief Therapy Center, a opera principalmente di Paul Watzlawick, John Weakland e Richard Fisch, ed è stato un modello che ha influenzato molti modelli successivi; secondo me è uno dei più efficaci ed è anche quello che seguo principalmente.

In realtà una cosa curiosa è che il termine terapia strategica, se mi ricordo bene, non compare mai nel primo libro, quello che presenta questo modello per la prima volta al mondo, anche se compare nel secondo, in cui si dichiara esplicitamente: “il nostro è un approccio strategico”, facendo riferimento con questo termine a un termine che aveva inventato qualche anno prima Jay Haley, parlando di quelle terapie che erano state fortemente influenzate dal modello di Milton Erickson. Resta comunque un modello molto interessante, quindi vediamolo un po’ oggi, perché se ti interessano le terapie brevi, questo dovresti conoscerlo almeno un pochino.

Sembra un modello molto semplice, ma in realtà, a livello teorico ed epistemologico, affonda le radici in prospettive molto complesse. Innanzitutto, nella logica matematica: viene presa a prestito la teoria dei tipi logici e la teoria dei gruppi, che servono come basi per ragionare sui sistemi di cambiamento. Si arriva poi agli studi di Gregory Bateson del gruppo di Palo Alto e della psicologia sistemica in generale, che Paul Watzlawick, uno degli attori principali di questo modello, sistematizza poi in quel bellissimo libro che è La pragmatica della comunicazione umana. Successivamente, con la cibernetica di secondo ordine di Heinz von Foerster e con il costruttivismo radicale di Ernst von Glasersfeld, si è dato un substrato epistemologico ancora più forte a questo tipo di psicoterapia. A livello pratico poi, l’opera di Milton Erickson ha decisamente influenzato tutta la pratica della terapia breve modello MRI. Considera che John Weakland, uno dei tre autori principali fautori del modello, andò insieme a Jay Haley a studiare tutta l’opera di Erickson, a fare le interviste con lui e a osservare il suo modo di lavorare.

Ma come funziona la terapia breve modello MRI? Innanzitutto si concentra sul presente. Non si va nell’inconscio, non si va nel passato, ma ci si limita a capire come funziona oggi il problema, in questo momento, per la persona, quindi una prospettiva centrata completamente sul presente.

Costrutto centrale poi è quello di attempted solution, cioè tentata soluzione: praticamente tutte le volte che la persona ha un problema, gli autori dicono che tenta una soluzione, tenta dei modi per risolverlo. Il problema è che spesso questi tentativi finiscono per non risolvere il problema, ma lo mantengono in atto, oppure addirittura ne creano uno successivo e peggiore.

Scopo principale del terapeuta sarà quello di bloccare le tentate soluzioni e sostituirle con dei comportamenti nuovi e più funzionali. Questo lo fa principalmente in due modi: con delle prescrizioni, cioè degli homework, delle strategie, dei compiti a casa da dare al paziente, spesso di natura paradossale (la logica paradossale è un’altra delle acquisizioni di questa terapia). L’altro modo sono le ristrutturazioni, cioè degli interventi principalmente (ma non solo) verbali, attraverso i quali il terapeuta cambia il significato della situazione percepita da un paziente. È un po’ come cambiare la cornice di un quadro in modo che venga visto sotto una nuova luce.

Il processo di intervento della terapia breve modello MRI è sostanzialmente strutturato in quattro step:

  1. innanzitutto si definisce in termini operativi e concreti il problema del paziente, così come lui lo vive;
  2. poi si fa un’analisi delle tentate soluzioni disfunzionali, che ovviamente dopo andranno bloccate;
  3. si fa una definizione del cambiamento in termini operativi, quindi l’obiettivo da raggiungere;
  4. infine una formulazione e messa in atto delle strategie che servono per raggiungere quell’obiettivo.

Queste dovrebbero essere le linee generali della terapia breve modello MRI. Naturalmente possono esserci altri elementi che in questo momento mi sto scordando: se li sai, ti invito a metterli nei commenti, così ampliamo un pochino le conoscenze su questo modello.

Intanto, se vuoi approfondire questo modello di terapia breve, ci sono almeno tre i libri che ti consiglio:

  1. Change, di Paul Watzlawick, John Weakland e Richard Fisch, che è il libro da cui è iniziato tutto quanto e in cui vengono definiti approfonditamente sia tutti i principi teorici, sia la pratica. Bellissimo libro, che ho letto e riletto, sicuramente un must-have per chi vuole conoscere la terapia breve modello MRI.
  2. Change 2, di nuovo di Richard Fisch, John Weakland e Lynn Segal al posto di Paul Watzlawick. Il titolo originale è The Tactics of Change, ed è un libro estremamente pratico, ci sono tantissimi esempi e spunti per capire proprio come funziona l’aspetto pragmatico e di intervento della terapia strategica modello MRI.
  3. Ultimo ma non meno importante, Cambiare l’immutabile, di nuovo di Richard Fisch e questa volta Karin Schlanger, che è uscito molto tempo dopo, intorno agli anni 2000, ed è in realtà basato sulla terapia breve modello MRI per casi difficili: vengono elencati una serie di casi clinici come anoressia, depressione, deliri, alcolismo, e fa vedere come il modello sia molto utile anche in questo tipo di casi. L’ho trovato davvero molto utile perché è un’ulteriore declinazione pratica della terapia breve modello MRI.

Ci sono poi tanti altri libri che in realtà puoi leggere per approfondire questo modello e il pensiero dei diversi autori, come Il linguaggio del cambiamento di Paul Watzlawick, o La realtà inventata, sempre opera di Paul Watzlawick, però questi sono sicuramente i tre da cui partire per farsi un’ottima panoramica del modello e delle sue applicazioni pratiche. Questo modello di terapia breve, a mio parere, è uno dei più efficaci e con un’epistemologia molto forte e ormai decenni di pratica alle spalle. Non ci sono più tante pubblicazioni, anche se in Italia abbiamo Giorgio Nardone che ha evoluto il modello in una sua declinazione personale molto efficace e interessante. Rimane comunque qualcosa da studiare, se vuoi imparare a fare la terapia in maniera efficace e in tempi brevi.

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